Etnalibera, interrogazione parlamentare On. Giuseppe Berretta

 

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10034

presentato da

BERRETTA Giuseppe

testo di

Mercoledì 29 luglio 2015, seduta n. 471

BERRETTA. — Al Ministro dell’interno, al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

l’Etna è stato inserito nella World Heritage List dell’Unesco;

tale riconoscimento del vulcano etneo investe di una rinnovata responsabilità e opportunità il territorio del parco in cui esso si trova;

la regolamentazione della fruizione dell’area sommitale dell’Etna è oggetto di numerose criticità da parte degli addetti ai lavori, come si può evincere dalla lettera, accompagnata da un documento condiviso da numerose sigle di addetti tra le quali CAI e Federescursionismo Sicilia, inviata dal comitato «Etnalibera» il 30 giugno 2015 a tutti i deputati eletti nella circoscrizione Sicilia 2;

in base alle «Procedure di allertamento rischio vulcanico e modalità di fruizione per la zona sommitale del vulcano Etna» emanate nel 2013 dal dipartimento regionale della protezione civile nel 2013 il libero escursionismo non è concesso minando così, secondo il comitato Etnalibera, le attività economiche legate al turismo sull’Etna;

tali criticità sono state condivise anche da operatori turistici e guide anche attraverso formali richieste di incontro e confronto con le istituzioni locali, come la prefettura di Catania;

il collegio regionale delle guide alpine ha presentato ricorso avverso alle restrizioni volute dal dipartimento regionale della protezione civile in data 18 giugno 2015;

in data 10 luglio 2015 a Nicolosi nel territorio del parco dell’Etna si è svolta una manifestazione a sostegno delle richieste del comitato Etnalibera come riportato dal portale telematico nicolosietna.it;

l’Etna ricade in massima parte nell’ambito di un parco naturale regionale che ha tra le sue finalità istituzionali la fruizione del bene protetto;

sulla base di ciò attualmente vigono una legge e due regolamenti: la legge della protezione civile (legge n. 225 del 24 febbraio 1992), sugli interventi di «previsione e prevenzione», e di soccorso in caso di catastrofi naturali, il regolamento del 2003 dell’Ente parco, nato dall’esigenza di contemperare il diritto di godimento della natura con la sua salvaguardia, che dispone alcune norme di cautela da osservare da parte dei visitatori e dal 2013 le nuove norme, ricordate, della protezione civile che di fatto impediscono la fruizione di un’area vastissima dell’Etna anche in situazioni di «ordinaria attività vulcanica»;

le pesanti restrizioni, oltre a essere secondo l’interrogante in contrasto con la Costituzione e con la legge istitutiva della protezione civile, appaiono contrastanti con gli articoli 822 e seguenti del codice civile sul demanio. Inoltre, la periodica emanazione dei divieti inficia e in alcuni casi impedisce l’attività di guida alpina e vulcanologica che, invece, trova una delle sue ragioni di essere proprio nell’assistere i viaggiatori in caso di accresciuto pericolo o di maggiore difficoltà dell’escursione;

su tali criticità è stata presentata al governo regionale siciliano una interrogazione;

sarebbe opportuno: restituire all’Ente parco la piena responsabilità di regolamentare e gestire la fruizione dell’area protetta mantenendo le procedure di monitoraggio e allertamento in capo alla protezione civile; mantenere «la zona gialla» (alto rischio) all’interno della quale chi accede lo fa nella piena consapevolezza dell’elevato, potenziale pericolo e assumendosi anche la responsabilità legale nel caso in cui accompagni persone meno esperte –:

se intendano promuovere, anche per il tramite degli uffici territoriali del Governo e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e in necessario raccordo con le autorità regionali competenti, una verifica circa le effettive condizioni di rischio per l’incolumità di visitatori e frequentatori delle aree sommitali dell’Etna, al fine di pervenire ad una revisione delle modalità di accesso e fruizione;

se non ritengano opportuno promuovere un’apposita campagna di informazione e prevenzione allo scopo di consentire che la fruizione del vulcano, di vitale importanza anche per i risvolti sul turismo e sull’economia dell’area, avvenga in situazione di maggiore sicurezza. (4-10034)

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