Paternò nel “racconto” di Salvo Fallica

Presentato il libro del giornalista e saggista Vi racconto Paternò. Riflessioni su politica, economia e cultura. Una metafora del Sud. “È pura velleità pensare che Paternò attragga turisti senza collegarsi all’Etna o al mare”

“Il protagonista era il libro, con il suo argomento precipuo: la città di Paternò”. Ci tiene a precisarlo l’autore del libro, il giornalista e saggista Salvo Fallica, che preferisce posporre la stima che gli viene, giustamente tributata, per spiegare l’ampio riscontro di pubblico all’evento della presentazione di “Vi racconto Paternò. Riflessioni su politica, economia e cultura. Una metafora del Sud”, edito da Ludovico Lizzio.
C’era il pubblico delle grandi occasioni alla presentazione, avvenuta venerdì 25 settembre all’interno della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Paternò, alla quale ha fatto da moderatrice la giornalista Simona Scandura, per un incontro di alta qualità culturale.

“Mi ha commosso la partecipazione di tanta gente. La fila che si è creata per la richiesta di autografare il libro. Sono rimasto positivamente sorpreso – così, spontaneamente commenta il suo successo Fallica –. Questo è anche il risultato di una reputazione costruita negli anni, corroborata, in qualche modo, anche dagli articoli degli altri, della risonanza data ai miei pezzi sulla stampa nazionale.
Il libro è sincero, come sinceri sono i miei articoli e la gente questo l’ha capito, ma soprattutto nel mio modo di raccontare sia le cose che non vanno che quelle positive, riesco a far intravedere il filo della speranza. C’è un bisogno di speranza. E’ un racconto metaforico, concettuale, antropologico quello della città, delle possibilità e proposte politiche-economiche, e politiche-culturali”.

Di certo esiste un’esigenza di comprendere meglio le dinamiche economiche, sociali per venire fuori da questo momento cupo per una città, che in potenza conserva strati di arte ed erudizione sepolti dall’indifferenza. Le considerazioni genuine e l’onestà intellettuale con cui Salvo Fallica ha affrontato questi argomenti non è passata inosservata, ma colta e non solo dai paternesi. Con rigore razionale, ha spronato e continua a sollecitare la stampa a denunciare, a non rimanere distaccati rispetto ai fatti inerenti il territorio, ma allo stesso tempo ammonisce a non sostituirsi alla politica.
Tra i temi immancabili nella critica costruttiva del giornalista Fallica non manca l’incapacità di programmazione delle ultime amministrazioni e l’abbandono di percorsi turistici che potrebbero rappresentare una reale svolta per l’intera comunità.
“E’ pura velleità pensare che Paternò attragga turisti senza collegarsi all’Etna o al mare; pensare di far crescere turisticamente Paternò scollegandola dagli altri comuni vicini, e addirittura, paradossalmente, consentire che il tratto della Metropolitana, in costruzione, salti la tappa paternese”.

La voglia di raccontare Paternò, di farla divenire il cardine di un’analisi sociale è stata anche dell’editore del libro Ludovico Lizzio, editore del periodico “L’Indipendente” ma già editore di un altro libro, di natura più tecnica e progettuale a differenza del saggio di Fallica, che, tuttavia, dovrebbe sancire un proficuo lavoro editoriale nel campo della pubblicazione di libri. Dimostra coraggio e lungimiranza il giovane editore paternese in un momento in cui l’editoria indipendente attraversa mille difficoltà, ma il fatto di percepire questo mestiere come un servizio alla sua città ne spiega le profonde motivazioni del rischio.

“E’ la seconda pubblicazione questa del saggio di Fallica. Come casa editrice non intendo fermarmi a questa iniziativa, – entra nel merito del suo impegno Lizzio – il mio intento con questo lavoro è quello di divulgare la cultura, e avviare una serie di riflessioni sullo stato della mia città. Ritengo utile, considerato il momento storico che la città attraversa, la congiuntura politica-sociale non proprio positiva, fornire un servizio che possa dare una visione imparziale e non pessimista.
Il mio personale piacere di diffondere la cultura – continua l’editore – si esprime anche attraverso le pubblicazioni. Da questa esperienza sono sorte altre proposte editoriali che stiamo valutando e su alcune iniziando a lavorare. Nel nostro territorio l’editore è concepito come editore di giornali, periodici o di televisione, io ho voluto sfatare questo mito e riappropriarmi del ruolo principale dell’editore che è quello di diffondere cultura, non in maniera classica, ma venendo incontro alle esigenze di più generazioni, ad esempio con gli instant-book anche in formato cartaceo”.

Lucia Paternò

(26 settembre 2015)

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