Le allerte meteo mi irritano le scaglie. Mi viene prurito e se mi raspo come vorrei, divento autolesionista. L’altra volta, alla seconda allerta meteo in un solo mese – perché questi bollettini li raccolgo anch’io, quassù, portati dal vento –, mi sono grattato così tanto che si è spezzato l’unghione del dito medio contro la scaglia sovrascapolare. Ho voluto guardare il danno stendendo il braccio, e una caccarazza in volo di passaggio, si è offesa. Si vede che a forza di frequentare i chistiani, anche certi animali non capiscono più un cazzo…
I vostri ragazzi stanno venendo su con la sindrome da allerta meteo. Prima di sistemare lo zaino, la mattina, assonnati, prendono lo smartphone e vanno sul sito dell’istituto (i più diffidenti, direttamente su quello del Comune) per leggere se il sindaco ha ordinato la chiusura delle scuole.
Non ha più alcun senso affacciarsi dalla finestra. Tutto il mondo reale corre in quello virtuale, e mi domando se per un’imprevista unghia scheggiata del dio delle comunicazioni, un giorno venissero meno tutte le tacche energetiche del cielo, che minchia fareste.
Ma il punto non è questo. E’ l’allerta meteo perché oggi piove. Ve lo dico io come sarà domani: peggio. Pioverà ancora di più, perché voi chistiani continuate a riscaldarvi il culo divertendovi a consumare troppo, con la conseguenza di riscaldare anche e soprattutto il culo del cielo sugli oceani di tutto il pianeta.
E non solo continuate nel vizio del culo al caldo, ma date ancora i vostri voti ad amministratori senza cultura né scrupoli, che permettono di costruire ancora impermeabilizzando la terra, e che niente fanno per disostruire i letti dei torrenti usati come discariche, perché niente può fermare l’acqua che scorre.
Finché non avrete imparato la prima legge di questo mondo, aspettatevi l’allerta meteo che vi imprigionerà in casa. Ma non sarà niente di fronte a quella successiva, che vi ordinerà l’evacuazione.
Ah, è già successo? Allora, aspettiamo tutti l’ultima.