Il “sugghiu” ritorna a farsi sentire dopo l’inverno che ha trascorso da qualche parte sul vulcano, continuando a spiare noi “chistiani” e le nostre cose “chistiane”. E come sempre resta un po’ meravigliato per le parole udite, seppur a distanza. Adesso che il dibattito sulle unioni civili si è un po’ spento, esce dalla sua tana e, con la saggezza che gli è propria, ci regala alcuni spunti di riflessione.
Ai chistiani che si sono accorti della mia lontananza, chiedo scusa. E’ che il ritiro è necessario quanto la difesa della posizione dopo. In quest’inverno che non è inedito – solo perché non ce lo ricordiamo –, e che non è nemmeno l’annuncio di un’infornata stagione estiva, ma soltanto tenue, mi sono arrivati certi riverberi da laggiù, che la neve non riesce a coprire del tutto.
E così mi prude ricordarvi che le adozioni in natura ci sono sempre state, zie che diventano madri, zii che prendono in cura nipoti, madri che allattano cuccioli di specie diverse: si chiamano episodi di solidarietà negli animali più evoluti che seguono l’istinto della continuazione, comune a tutti gli esseri viventi. L’omosessualità in natura esiste più di quanto immaginate.
Mi pizzica ricordarvi pure, ed è un corollario, che niente è in affitto quassù: o si può, oppure non si può. E come il primo caso non è inteso come una vittoria, ma come un compito, anche il secondo, seppur diverso, è sempre un ruolo nella società, ma non è per niente una sconfitta.
Mi urge ricordarvi che nessuno vince e nessuno perde, e né la vita né la morte sono traguardi, ma aspetti dell’esistenza.
Vi sussurro una sciocchezza che, però anche questa, avete dimenticato. Accettatevi di più. Tanto, sempre in un recinto vivete.