Hanno cercato di spiegarlo alla fine degli anni ’90, i cervelloni di Santa Fe, cosa avviene sull’orlo del caos: il concetto di rischio al margine tra ordine e disordine, dove però fiorisce la creatività pura. E dunque la vita. L’Etna non è qui per caso, niente in natura è per caso, il caso nella vita transita solo per gli stolti. Ci sono due zattere di pietra che galleggiano su un oceano di magma e qui, esattamente qui, si scontrano: l’Africa e l’Europa. Il margine è l’Etna, anzi è la sua espressione e la nostra eterna, rischiosa, attrazione e paura. Non spingerci troppo, per non morire, non allontanarci troppo, per non vivere. La correlazione profonda tra la terra e l’uomo può essere fotografata in uno scatto come questo, impressionante. Proprio come la vita, che va seguita per istinto.
Sergio Mangiameli
Con uno scatto delle 10:27, del 4 dicembre 2015, che coglie una esplosione dell’Etna vista da Cesarò, intitolato “Sensazioni, Etna in Eruzione”, Giuseppe Famiani, 30 anni, originario di San Teodoro nel messinese, sta raccogliendo premi e riconoscimenti in concorsi internazionali di fotografia: primo nella categoria “natura” al “Siena International Photography Award 2016”, photo contest a cui hanno partecipato 45mila foto di fotografi di 127 Paesi nel mondo; primo all’International Mountain Summit di Bressanone. Congratulandoci con l’autore, abbiamo chiesto a Sergio Mangiameli di didascalizzare la foto.
(31 ottobre 2016)