Etna, il viaggio che tutti dovrebbero fare insieme a Vulc e Geo

Così il disegnatore Riccardo La Spina ha voluto ringraziare i partecipanti alla presentazione del volume avvenuta il 19 novembre al Parco dell’Etna

Sul libro della Giuseppe Maimone Editore “Etna patrimonio dell’umanità. Manuale raccontato di vulcanologia e itinerari”, scritto a quattro mani da Salvo Caffo e Sergio Mangiameli, e illustrato da Riccardo La Spina, abbiamo chiesto al vulcanologo Marco Neri e al giornalista Giuseppe Riggio di scrivere due recensioni. Angolazioni differenti nelle quali, tuttavia, non mancano punti d’incontro.

“Etna patrimonio dell’umanità. Manuale raccontato di vulcanologia e itinerari” di Caffo e Mangiameli, recensioni a confronto: Marco Neri e Giuseppe Riggio

Nonostante gli apprezzabili sforzi di esprimere complicati concetti scientifici in modo semplice, alcune parti rimangono comunque poco comprensibili o incomplete

di Marco Neri

Tre giorni e due notti di un viaggio fantastico, alla scoperta dell’Etna e dei suoi segreti. Due amici veri, Vulc e Geo, condividono questa esperienza immaginaria ma non troppo, lungo un percorso che consente loro di visitare i luoghi essenziali di un vulcano tra i più attivi e belli che esistono sul nostro pianeta. È una storia originale, dove i due protagonisti non sono persone qualunque, bensì due geologi appassionati della Terra e dei vulcani. Il viaggio è la scusa per raccontare verità evidenti, a volte poco note della storia dell’Etna, e di come funziona questo enorme, giovane vulcano, ma è anche metafora del viaggio che ogni persona dovrebbe fare ogni giorno appena apre gli occhi dal sonno, al susseguirsi di ore che non andrebbero sprecate, ma vissute.

Il piccolo libro è dichiaratamente indirizzato ai ragazzi, e per questo cerca di usare un linguaggio semplice, ricco di specificazioni ogni volta che le parole tecniche non possono essere sostituite.
La storia è sviluppata attraverso un continuo dialogo tra i due protagonisti, dei quali uno, Vulc,  assume la veste di “cicerone” di paesaggi e temi attinenti la vulcanologia, mentre il secondo, Geo, fa apparentemente da “spalla” nel proporre domande e ricevere spiegazioni. Ma in realtà è Geo che orienta il racconto, elevando la narrazione da semplice descrizione di luoghi e processi naturali a ricerca introspettiva sul significato più grande delle regole che governano il mondo e l’animo umano.
E allora tutto assume una proporzione diversa da come la conosciamo, in cui il tempo degli uomini è ridimensionato al cospetto dell’età della Terra e dell’Universo, con continui raffronti tra l’evoluzione degli uomini e quella dell’Etna, in una quadro d’insieme solo accennato ma comunque gradevole.

Il fine ultimo, si intende, è quello di raccontare l’Etna con animo semplice ma preciso ed anche “innamorato”, per raggiungere al cuore il lettore non solo giovane, stimolando una lettura foriera di ulteriori curiosità e passioni da soddisfare successivamente, su altri livelli ed in altri modi.
Le intenzioni sono ottime e l’idea è originale, a parte il titolo. Ma non sono certo che il linguaggio usato sia, nel suo complesso, del tutto efficace per il fine dichiarato di coinvolgere emotivamente un pubblico di liceali o poco più. Nonostante gli apprezzabili sforzi di esprimere complicati concetti scientifici in modo semplice, alcune parti rimangono comunque poco comprensibili o incomplete, soprattutto per il fatto di non essere accompagnate da figure esaustive. Perché i bei disegni del manuale realizzati da Riccardo La Spina tratteggiano bene la parte estetica ed introspettiva del testo, ma quasi nulla aiutano nell’altra metà del manuale, quella dedicata alla scienza, che rimane a volte poco chiara e difficile da seguire, anche perchè intrinsecamente complessi sono gli argomenti affrontati.

Questa piccola lacuna è ulteriormente evidente nella descrizione degli itinerari allegati in appendice al racconto, che appaiono monchi di adeguate cartografie e comunque un po’ slegati dal contesto. Sono certamente descrizioni minuziose ed a tratti suggestive, ma più utili per persone che già conoscono quei percorsi e che trovano qui una loro sintetica descrizione.
Insomma, questo piccolo libro ben pensato rimane un punto sotto le mie personali,  forse eccessive, aspettative. Eppure,  costituisce un coraggioso ed apprezzabile tentativo di occupare uno spazio fino a ieri lasciato libero nell’offerta divulgativa per animi giovani dedicata al nostro vulcano. D’altra parte, chi per la prima volta apre una strada nuova lo fa da “pioniere”, esplora mondi ignoti e proprio per questo non facili da affrontare. Ecco, mi piace pensare a questo manuale come al primo mattone di una casa in costruzione, una casa che, sono certo, verrà su bene.


Santa alleanza tra rigore scientifico ed emozioni

di Giuseppe Riggio

Vulc ha un ciuffo di capelli che ogni tanto va dove non dovrebbe, parla come un libro stampato e sa tutto sull’Etna. Geo conosce anche lui molto del vulcano, ma ha un animo da poeta, coglie quello che la scienza non dice. Riccardo La Spina, autore delle illustrazioni di “Etna patrimonio dell’Umanità, manuale raccontato di vulcanologia e itinerari” raffigura i due personaggi, che guidano il lettore alla conoscenza dell’Etna, uno più basso e scuro di capelli, l’altro alto ed un po’ ingrigito. Troppo facile indovinare nei tratti sapientemente disegnati da La Spina con delle semplici penne biro le figure reali dei due geologi, Salvo Caffo e Sergio Mangiameli, autori dell’opera. Le loro storie personali raccontano di anni di studio e di attività divulgative dedicate al vulcano, l’uno come dirigente vulcanologo del Parco dell’Etna, l’altro come instancabile scrittore-poeta-attivista.

Questa volta hanno pensato di dedicarsi soprattutto al mondo dei ragazzi e degli studenti. Il volume è incardinato su un articolato dialogo tra i due personaggi immaginari, ma reali per cercare di raccontare in maniera semplice i complessi processi vulcanici. Vulc parla partendo da una approfondita conoscenza scientifica, Geo lo provoca, gli chiede di spiegare meglio, in qualche modo si mette dalla parte dei ragazzi e di quanti sentono vibrare le corde delle emozioni nell’osservare il paesaggio lavico. Le nostre guide al pianeta Etna si dividono chiaramente i compiti: il primo Virgilio cita la presenza addirittura di un “diatrema” nella piana del Simeto e si avventura nei territori della tettonica a zolle, l’altro si emoziona, si innamora, si mette in rapporto con i ritmi dell’universo ed alla fine sente “di non avere più i confini del proprio corpo”.

Insomma una bella impresa quella compiuta da Caffo e Mangiameli, sotto l’egida dell’editore Maimone, istituzione dell’editoria catanese, e con il patrocinio del Parco dell’Etna: condividere conoscenze e passioni rendendole appetibili anche ai più giovani e con la parte conclusiva dell’opera interamente dedicata alle informazioni pratiche per godersi tutto quello che Geo e Vulc hanno appena finito di raccontare. Una sorta di santa alleanza tra il rigore scientifico e le emozioni. In realtà al di la del titolo dell’opera, forse troppo istituzionale, le 93 pagine del libro manifestano – al di là di ogni altra considerazione – l’amore che i due autori hanno per la Terra intesa come pianeta, ma anche come luoghi a noi prossimi da assaporare nei loro più reconditi anfratti.  Passione che si manifesta appieno nell’appello finale sottoscritto da Caffo e Mangiameli a favore dell’Etna liberata dai divieti ed aperta a quanti vogliono provare a rivivere le stesse emozioni sperimentate nei secoli da illustri viaggiatori.

Condividi con un amico
Questo articolo potrebbe interessarti: Etna, il viaggio che tutti dovrebbero fare insieme a Vulc e Geo! Questo è il link: https://www.etnalife.it/etna-il-viaggio-che-tutti-dovrebbero-fare-insieme-a-vulc-e-geo/