Nei locali del Dipartimento Regionale della Protezione Civile interessante confronto fra soggetti coinvolti nella prevenzione del rischio
“Etna, prevenzione e pianificazione” è il titolo di un convegno, promosso dal Consiglio Nazionale dei Geologi in collaborazione con l’Ingv (Oservatorio Etneo), svoltosi nel fine settimana a Nicolosi presso il Dipartimento Regionale della Protezione Civile.
Presenti rappresentanti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania; i dipartimenti nazionale e regionale di Protezione Civile (responsabili dei sistemi di allertamento); l’Università di Catania, il Parco dell’Etna, il collegio regionale delle Guide Alpine e Vulcanologiche, che si sono confrontati sulla pianificazione delle emergenze, con particolar riguardo al rischio vulcanico, e sugli aspetti geologici e operativi del sistema di protezione civile attualmente in vigore. Sono intervenuti anche i sindaci, o loro rappresentanti, dei comuni i cui territori ricadono in area sommitale, nonché politici e amministratori del territorio della Città metropolitana di Catania.
Ha aperto i lavori il sindaco di Nicolosi, Angelo Pulvirenti, che ha parlato della necessaria sinergia fra gli organismi coinvolti sulla prevenzione del rischio. Della necessità di aggiornare i piani di Protezione civile nei diversi comuni ha parlato la vice prefetta di Catania, Rosaria Giuffrè, mentre il direttore dell’Ingv di Catania, Eugenio Privitera, ha sottolineato come l’Etna sia il vulcano meglio monitorato al mondo, che utilizza i sistemi più avanzati esistenti.
Il presidente della Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi, Fabio Tortorici, ha sottolineato che «non tutti i comuni etnei hanno Piani di emergenza e Protezione civile aggiornati, che dovrebbero contenere tutte le informazioni sul territorio comunale utili e necessarie per mitigare il rischio vulcanico. Questo, erroneamente è considerato prevedibile per i segnali precursori della risalita del magma, ma in realtà le incognite sono tante e di non sempre facile interpretazione. Non si può prescindere – ha concluso Tortorici – dagli studi geologici se ci si vuole difendere dai vulcani, essendo questi oltre che uno spettacolo, anche una forza spesso silente della natura ».
Le proposte dei geologi per la prevenzione riguardano il divieto di costruzione in zone ad elevato rischio vulcanico; la diminuzione dei residenti nelle aree abitate considerate a rischio; l’aggiornamento dei piani di emergenza, sicurezza ed evacuazione; cura dell’informazione e dell’educazione della popolazione.