Uno studio dell’INGV ha definito l’origine del gas endogeno emesso nella zona di Lavinio (Anzio). Il lavoro, pubblicato sulla rivista GeoHealth, rappresenta un importante contributo scientifico di “geologia medica” sia per i nuovi dati presentati sia per l’approccio metodologico utilizzato nello studio di questi fenomeni in un contesto antropizzato
La zona di Lavinio, frazione del comune di Anzio a circa cinquanta chilometri a sud di Roma, è interessata da un rilascio anomalo di gas endogeno di origine profonda costituito in prevalenza da anidride carbonica e idrogeno solforato. L’accumulo di tali gas all’interno di una vasca interrata per la raccolta dell’acqua di scarico di una vicina piscina può individuarsi come l’evento naturale che ha determinato il gravissimo incidente accaduto a Lavinio nel 2011.
Sono questi i risultati cui è giunto lo studio Anomalous Discharge of Endogenous Gas at Lavinio (Rome, Italy) and the Lethal Accident of 5 September 2011, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e recentemente pubblicato sulla rivista internazionale GeoHealth.
“L’area metropolitana di Roma Capitale”, spiega Maria Luisa Carapezza, ricercatrice dell’INGV e coautrice della pubblicazione, “è compresa tra due vulcani quaternari: i Monti Sabatini a nord ovest e i Colli Albani a sud est. In quest’area vi sono vari siti dove un gas endogeno di origine profonda, costituito in prevalenza da anidride carbonica e con una minore percentuale di idrogeno solforato, arriva in superficie attraverso faglie”.
“Abbiamo condotto indagini geochimiche dettagliate, mirate ad accertare le cause dell’incidente, che hanno incluso misurazioni del flusso e delle concentrazioni di anidride carbonica e idrogeno solforato nel suolo e nell’aria” prosegue la ricercatrice. “I risultati suggeriscono che l’incidente è avvenuto a causa di una elevata concentrazione di gas all’interno della vasca di raccolta, affluito tramite le condutture di trasporto dell’acqua in eccesso dalla piscina attigua e non attraverso infiltrazioni di gas dal pavimento o dalla porta”.
Il gruppo di ricerca dell’INGV è stato in grado di definire l’origine delle emissioni gassose mutuando tecniche del monitoraggio vulcanico e adattando la strumentazione scientifica da campo.
“Il lavoro rappresenta un importante contributo scientifico di geologia medica, non solo per i nuovi dati presentati ma soprattutto per l’approccio metodologico utilizzato nello studio di emissioni di gas endogeni in un contesto antropizzato. Negli ultimi vent’anni, infatti, nella zona di Roma sono avvenuti numerosi incidenti per emissione di gas endogeno.
A tal proposito, l’INGV ha creato fin dal 1999 un gruppo di ricerca ad hoc nella Sezione di Roma1 che proprio attraverso l’uso delle tecniche del monitoraggio vulcanico ha sviluppato un protocollo d’intervento in grado di definire l’origine del gas emesso, di valutarne la pericolosità e, collaborando con le istituzioni preposte al controllo del territorio, suggerire in tempi brevi e con rigore scientifico le opportune misure per la riduzione del rischio.”