L’Etna è il maggior vulcano attivo d’Europa, il più alto della Placca euroasiatica, uno fra i più vitali dell’intero globo terrestre. Si trova nel versante orientale della Sicilia ed i suoi confini ricadono per interno in Provincia di Catania. Dal giugno 2013 è entrato fra i siti patrimonio dell’umanità Unesco.
Il vulcano siciliano (attraversato dal 15º meridiano est, coordinate geografiche 37.734° N, 15.004° E) è posto fra i fiumi Alcantara (a nord) e Simeto (a ovest e a sud), ed il Mar Jonio (a est). Il suo cono, dalla forma abbastanza regolare, si lascia ammirare dalle catene montuose che lo circondano: Peloritani e Nebrodi a nord, Madonie a nord-ovest, Erei a ovest, Iblei a sud. Il profilo è la quinta scenografica per eccellenza di Jonio e Piana di Catania e si riesce a distinguere anche dalle coste calabresi.
L’altezza non è mai costante, poiché condizionata dai continui eventi eruttivi ed esplosivi. Nel dicembre 2015 la cima è stata misurata in 3.324 metri sul livello del mare. Il perimetro è di circa 150 chilometri, il diametro approssimativamente di 40, mentre la superficie coperta da materiali vulcanici è superiore ai 1.200 chilometri quadrati, la metà dei quali (59.000 ettari) tutelata dal Parco dell’Etna. La vetta, in linea d’aria, dista appena venti chilometri dal mare di Riposto, comune detto, per l’appunto, “Porto dell’Etna”.
Il nome potrebbe derivare dal greco “aitho”, bruciare. I romani lo chiamavano Aetna, gli arabi “Giabal Huthamet”, monte di fuoco. Successivamente divenne Mons (monte in latino) Gebels (monte in arabo), il monte dei monti, ovvero il monte per eccellenza: il Mongibello, toponimo ancora presente a livello locale.
Il territorio è alquanto vario, caratterizzato da boschi estesi alternati ai campi lavici, privi di vegetazione, creati dalle innumerevoli eruzioni succedutesi nel corso dei secoli. Il deserto vulcanico domina l’area sommitale, nella quale le condizioni ostili non permettono l’insediamento della vegetazione.
Lungo i suoi fianchi si sono sviluppati i comuni etnei, alle cui eruzioni hanno sacrificato terre, monumenti e abitazioni. In alcuni casi le cittadine, edificate con la pietra lavica da sempre mattone principale di quest’area, si armonizzano a tal punto con il territorio da sembrare, esse stesse, nate dalla “mano” del vulcano.
Da tempi remoti l’Etna ha attratto la curiosità e suscitato la meraviglia dei viaggiatori, sino a diventare tappa obbligata nell’epoca del Grand Tour, nei secoli scorsi. Il vulcano, le sue manifestazioni e la sua gente hanno pure ispirato la penna di scrittori d’ogni epoca da Omero in poi.