Accolta istanza degli Ordini etnei e del commissario straordinario Salvatore Scalia
“Snellimento e procedure più rapide per la ricostruzione post-sisma di Santo Stefano del 2018”: istanze che trovano risposta nell’ultimo emendamento del Governo nell’ambito del decreto relativo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
«Un impegno da parte dei nostri Ordini, che ha portato un importante risultato per il nostro territorio. Adesso possiamo guardare con maggior ottimismo alla ricostruzione delle aree terremotate, che da quel 26 dicembre 2018 attendono di tornare a nuova vita», hanno commentato i presidenti degli Ingegneri (Mauro Scaccianoce), Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Sebastian Carlo Greco) e Geometri di Catania (Agatino Spoto) e dei Geologi di Sicilia (Mauro Corrao).
Lo scorso 25 ottobre gli Ordini – congiuntamente al Commissario straordinario per la ricostruzione Salvatore Scalia – hanno incontrato i parlamentari regionali della provincia di Catania e i deputati e senatori eletti in Sicilia, consegnando loro un emendamento redatto per superare le criticità. Unico obiettivo da raggiungere: chiedere di uniformare la legge di ricostruzione a quella del Centro-Nord.
Infatti, è emerso che, a differenza di quanto accade in altre aree terremotate d’Italia, molte pratiche non evase si trovino ancora in fase di istruttoria a causa di alcune difformità urbanistiche. Una differenza che, come sottolineato dai presidenti, «sottovalutava la nostra situazione, creando distinzione tra terremoti di “Serie A e B” e rallentando l’iter per l’avvio dei lavori».
La richiesta degli Ordini e della Commissione Straordinaria ha sollecitato un allineamento sia sul piano finanziario, che normativo. Istanza, quest’ultima, raccolta e accolta, «trovando concretezza – anche grazie all’intervento dell’onorevole Stefania Pezzopane – nell’articolo 20-bis dell’emendamento, che estende anche ai territori della Città metropolitana di Catania colpiti dal sisma le disposizioni previste dal decreto legge 55/2018, in caso di presenza di lievi difformità edilizie negli immobili danneggiati», hanno aggiunto.
«Tuttavia – hanno sottolineato – rimane irrisolta la questione legata agli onorari dei tecnici – il cui compenso è stabilito su base forfettaria, senza tenere conto della complessità del progetto – e altri punti avanzati all’interno del documento consegnato ai rappresentanti politici. Per questo – hanno concluso i presidenti Scaccianoce, Greco, Spoto e Corrao – spingeremo ancora affinché ci sia uniformità anche su questo aspetto e per un incremento delle risorse a disposizione dei professionisti».