Gala Chistiakova, chiude il Vineyard Music Festival omaggiando Aleksandr Skrjabin e abbracciando Chopin

Alla pianista russa, fra i virtuosi più apprezzati della sua generazioni, è affidata la conclusione di questa prima edizione del festival della musica in vigna

Neo-nata rassegna della Namae, diretta da Carmelo Pappalardo, che ha già trovato un posto d’onore fra i più importanti appuntamenti alle pendici dell’Etna

A chiudere questa prima fortuna edizione del Vineyard Music Festival, organizzato dalla Namae in collaborazione con la cantina Mondifeso (in via Tarderia, 121 Pedara), sarà la pianista Gala Chistiakova, ospite della rassegna sabato 23 luglio alle ore 20.00, che per l’occasione ha pensato a un programma incentrato sulla scrittura di Fryderyk Chopin e su quella di Aleksandr Skrjabin. Fra i giovani talenti della sua generazione, l’artista russa, dopo aver concluso gli studi al conservatorio di Mosca si è perfezionata all’Accademia di Imola. Vincitrice di numerosi concorsi internazionali come lo “Chopin per giovani pianisti”, l’”Europeo Chopin”, il Concorso per pianoforte “Scrjabin”, il “Maria Callas Grand Prix 2008”, il Concorso pianistico “Ferruccio Busoni” e lo “Scrjabin IPC”; la Chistiakova oltre che come solista suona anche in formazioni da camera e in duo, con la sorella Irina e con Diego Benocci. Apprezzata da pubblico e critica, si è esibita spesso in Russia, Francia, Germania, Inghilterra, Polonia, Austria, Italia, Repubblica Ceca, Bielorussia, Ucraina, Finlandia, Giappone, Cina, Grecia, Spagna, Principato di Monaco e Norvegia; con un repertorio che spazia dal Barocco al Moderno. 

Per la prima parte della serata proporrà le Tre Mazurche op.56, la Ballata n.1 in Sol minore op.23 e l’Andante Spianato e Grande Polacca brillante op.22 di Chopin. «Ho pensato di accostare Chopin – spiega Chistiakova –, che suono da sempre e sento vicino al cuore, a Scrjabin per dare una certa continuità al programma. Inoltre, quest’anno ricorrono i 150 anni dalla morte del compositore russo, quindi era doveroso per me tributarlo». Un abbraccio, tra Russia e Polonia, in un momento storico molto delicato come quello che si sta vivendo in Europa. 

Danza popolare della Polonia in ritmo ternario, il linguaggio della mazurka coprì l’intero arco creativo di Chopin, dal 1820 in poi. Era un modo per il compositore di richiamare alla mente la terra natia e le sofferenze che quest’ultima aveva patito. Le Tre mazurke op.56, scritte nel 1843, presentano diversi rimandi colti come gli accenni di valzer o la ricercata fattura degli accordi. Per scrivere la Ballata in sol minore op. 23, il compositore polacco impiegò, invece, quattro anni, dal 1831 al 1835. La composizione, definita da Schumann «opera selvaggia e caratteristica», mostra oltre a due gruppi tematici differenti che si alternano con simmetria, elementi in cui prevale una certa aggressività della scrittura pianistica e un’inquieta armonia. 

«La maggiore difficoltà nell’eseguire brani così noti – spiega – sta nel fatto che bisogna trovare qualcosa di nuovo, in grado di favorire una differente visione. Una costante ricerca che porti il musicista a guardare, con la lente d’ingrandimento, fra le righe dello spartito». E la virtuosa russa ha certamente l’attitudine per poterlo fare. L’Andante spianato e Grande Polacca brillante op. 22 in mi bemolle maggiore, vennero scritte in due riprese, a distanza di circa cinque anni l’una dall’altra. Pensato come Notturno, le sonorità melanconiche dell’Andante spianato vennero successivamente accostato dall’autore alla vivacità della Polacca, immaginata inizialmente come pezzo per pianoforte e orchestra. Tanto che il lavoro fu eseguito con successo nella sala dei concerti del Conservatorio di Parigi nell’aprile del 1835, con l’autore al pianoforte e Francois-Antoine Habeneck sul podio. Dal momento però che l’accompagnamento strumentale ha valore di semplice supporto, abitualmente la Grande Polacca viene eseguita per pianoforte solo. 

La seconda parte della serata sarà dedicata interamente a Skrjabin con la Fantasia in Si minore op.28 e i 12 Studi op.8. «Molti autori – evidenzia Chistiakova – come Schumann e Chopin hanno scritto Fantasie, composizione che apprezzo molto perché espressione della libertà del pensiero, ma la cui difficoltà risiede proprio in questa capacità di dover far sognare il pubblico rimanendo però dentro i confini dello spartito». Scritta nel 1900, la Fantasia, composta durante il mandato di Scrjabin al Conservatorio di Mosca, presenta un’ambigua e aperta armonia non dissimile da quella che l’autore usò per l’apertura della sua seconda sonata, nota come Sonata Fantasia. Per concludere, gli Studi per pianoforte, composti nel 1894, presentano molte sfide tecniche, fra cui intervalli fino all’undicesima, numerosi salti per la mano sinistra, ripetuti colpi di accordi e abbondanti ottave. «Questo è un pezzo molto amato dal pubblico – chiosa Chistiakova – proprio per la sua difficoltà. D’altra parte la musica senza emozioni è come il vino senza gradi, quindi lasciamoci ispirare dall’arte nella speranza che il mondo migliori».

Biglietto: intero euro 15,00, ridotto under 30 e over 65 euro 12,00.

Per info e prenotazioni: 349 1046397 – namaect@gmail.com.

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