LINGUAGLOSSA – Il programma delle manifestazioni estive varate dall’Amministrazione comunale guidata dall’avv. Luca Stagnitta prosegue con una settimana dedicata alla festa di San Rocco, compatrono del paese. Fra celebrazioni liturgiche, manifestazioni “esterne” che comprendono danza, cinema, musica e teatro, un intenso calendario gastronomico e la più antica asta di prodotti tipici della Sicilia, la settimana a cavallo di Ferragosto darà la possibilità di una “full immersion” in un momento di grande aggregazione popolare.
E’, questa, una settimana in cui rivivono profonde tradizioni popolari, non solo religiose. Come la famosa “Asta”, la più antica di tutta la Sicilia dedicata ai prodotti tipici, che si svolgerà domenica alle 15,30 e che sarà seguita alle 22 da uno spettacolo con Toti e Totino e dalla chiusura della festa a base di splendidi fuochi d’artificio. Il momento liturgico più importante sarà invece nella giornata di venerdì 16 con la festività liturgica di S. Rocco che coinvolgerà l’intero paese. Il ricavato dell’Asta – spiega il presidente del comitato organizzatore, Michele Melita – a cui la gente partecipa con grande entusiasmo e generosità, va a sostenere la festa, una festa che affonda le radici nella storia del paese e che è organizzata con tanti momenti di condivisione e aggregazione, come il concerto dei Beans che si svolge stasera (martedì) alle 21,30. Quest’anno abbiamo fatto importanti lavori anche sulla chiesa di S. Rocco e abbiamo stilato un programma della festa molto ricco e variegato.
Domenica sera, invece, a piazza Milana il giornalista di “Repubblica” Concetto Vecchio ha presentato, dialogando con il prof. Salvatore Adorno dell’Università di Catania, il suo libro “Io vi accuso. Giacomo Matteotti e noi”. Il sindaco, Luca Stagnitta, nell’introdurre la presentazione, ha voluto sottolineare che – Il testo sollecita una riflessione sull’attualità della vicenda di Giacomo Matteotti vista dall’angolo visuale dell’impegno politico e sociale e soprattutto nella sua “missione” di difensore della democrazia parlamentare e strenuo assertore del dialogo.
Concetto Vecchio è entrato nel tema della serata “confessando” di essersi chiesto più volte come Giacomo Matteotti potesse essere d’aiuto e guida per analizzare le vicende della politica italiana attuali. E come lui, da giornalista, potesse tirare fuori un racconto, un tema, che non fosse, come tanti altri, la narrazione storica di questa tragica vicenda proprio nel centenario del sacrificio di Matteotti, delineandone comunque i tratti del carattere, la storia della famiglia, il rapporto con la moglie Velia. Non ci serve – ha detto Vecchio – raccontare l’eroe. Volevo infatti raccontare il suo essere anti eroe. Lui infatti disubbidì a tutti e fu profondamente solo da vivo e poi da morto. Volevo capire anche le motivazioni per le quali lui, esponente della borghesia più agiata si fosse schierato con il ceto maggiormente critico e ostile al suo.
Il prof. Adorno ha posto a Vecchio alcune domande molto interessanti, tra cui quella sulle cause della nascita del fascismo avanzando una metafora molto efficace, quella del “frullatore”. Da frutti chiari, diversi e definiti – ha spiegato – messi nel frullatore rappresentato all’epoca dalla prima guerra mondiale, nasce qualcosa di nuovo, completamente diverso. Qualcosa che poi coinvolse le masse al punto da far nascere un regime.
Matteotti – ha spiegato Vecchio – sta profondamente dentro la società dell’epoca e questo gli permette di capire, ben prima degli altri, la natura eversiva del fascismo. E ne paga le conseguenze. La “lezione” di Matteotti coinvolge quella maggioranza silenziosa che assistette senza battere ciglio all’avanzata del fascismo e alla sua presa del potere. Una maggioranza silenziosa che oggi, nella situazione politica attuale, è intatta. Per questo la riflessione che voglio sollecitare è proprio quella che riguarda la difesa della democrazia e l’incapacità della cosiddetta sinistra, e quindi dei partiti che la rappresentano, di stare profondamente dentro la società come stava Matteotti.