Appello rivolto all’Ente che tutela e protegge il patrimonio naturale dell’Etna

Questo è un appello rivolto all’Ente che tutela e protegge il patrimonio naturale dell’Etna. Chiediamo al Parco dell’Etna l’installazione di tabellature che invitino alla riduzione della velocità dei mezzi in transito in alcune zone del versante sud, quello più frequentato.

Motivo: la costante moria di volpi soprattutto, e anche di altre specie selvatiche, compreso il raro gatto selvatico, dovute a impatto con le auto che transitano a velocità tanto elevata da non poter evitare l’animale, che attraversa la strada.

Le tabellature sono deterrenti informativi che non risolvono totalmente il problema, ma lo riducono di parecchio, responsabilizzando tutti, come già avviene da qualche anno in aree protette di altre parti d’Italia (Parchi della Majella e d’Abruzzo-Lazio-Molise soprattutto per gli orsi).

E così come in quei luoghi, anche qui ricordiamo che non si deve dare cibo agli animali selvatici, perché: non sono specie domestiche, hanno un metabolismo particolare e un po’ di cioccolata può intossicarli fino allo stordimento, col rischio di perdita dell’orientamento e finire sotto una macchina. Dare cibo alle volpi, significa soprattutto abituarle a non temere la strada, e praticarla senza percepirne il pericolo.     

Dunque, invitiamo il Parco dell’Etna a installare tabellature in difesa del predatore di terra più grande che abbiamo. Le aree più a rischio per le volpi sono: zona a sud di Monte Serra Pizzuta Calvarina lungo la SP Pedara-Rif. Sapienza, zona a nord dello stesso lungo la SP Rif. Sapienza-Zafferana, zona a sud di Monte Vetore lungo la SP 92 Nicolosi-Rif. Sapienza.

La SP 92 è la strada più battuta del Parco, definita da Quattroruote una tra le più belle strade d’Italia, che invita al piacere di guida. Facciamo però che il nostro piacere non lo debba pagare una creatura selvatica con la sua vita. Sarebbe intollerabile. 

Sergio Mangiameli è del ’64, geologo, giornalista pubblicista, interprete naturalistico, vive sull’Etna. Ha pubblicato i racconti “Dall’ulivo alla luna” (Prova d’Autore, 1996) e “Rua di Mezzo sessantasei” (Il Filo, 2008), i romanzi “Aspettando la prima neve” (Rune, 2009), “Dietro a una piuma bianca” (Puntoacapo, 2010), “Sul bordo” (Puntoacapo, 2013), “Come la terra” (Villaggio Maori, 2015, che ha partecipato a MontagnaLibri 2016 del Trento Film Festival), “Quasi inverno” (A&B Editrice, 2018), "La nevicata perfetta" (A&B Editrice, 2020). Ha scritto i testi di “MicroNaturArt – voci dal microcosmo” (Arianna, 2014), esperimento letterario di fotografia scientifica; i racconti di “Ventiquattr’ore – fotografie di finestre e parole intorno” (Puntoacapo, 2016), i cui scatti sono di Lino Cirrincione; e, assieme al vulcanologo Salvo Caffo, “Etna patrimonio dell’umanità, manuale raccontato di vulcanologia e itinerari” (Giuseppe Maimone Editore, 2016), con le illustrazioni di Riccardo La Spina. Ha scritto i testi dei film corti “La corsa mia” e “Idda”, e i monologhi “Questa storia” e “Il gioco infinito”, visibili entrambi su YouTube. Sul portale web Etnalife, scrive racconti etnei per la rubrica letteraria “Storie dell’altro mondo”. “La piuma bianca” è il suo blog sul magazine online SicilyMag. L’esperimento nuovo è “Le colate raccontate” – vulcanologia storica dell’Etna e narrativa surreale insieme, tra esattezza scientifica e finzione letteraria in racconti –, portato in scena col vulcanologo Stefano Branca.
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