L’INGV al Forum di Bruxelles sulla mitigazione dei rischi naturali con il progetto SAVEMEDCOASTS-2, volto ad aumentare la consapevolezza di cittadini e decisori politici sui pericoli di innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici
Il progetto SAVEMEDCOASTS-2 (Sea level rise scenarios along the Mediterranean coasts), coordinato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e finanziato dalla Direzione Generale per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee (DG-ECHO), è presente al Forum Europeo di Protezione Civile che si sta svolgendo in queste ore presso il Centro Congressi SQUARE di Bruxelles (BE).
Tra i temi centrali del Forum, evento di incontro internazionale tra professionisti e decisori politici nell’ambito della protezione civile europea, la possibilità che nel prossimo futuro si verifichino eventi meteorologici estremi e la necessità di adattarsi ai nuovi potenziali rischi naturali.
Tematiche, queste, di cui SAVEMEDCOASTS-2, nato nel 2019 come seconda fase del progetto SAVEMEDCOASTS, si è occupato ampiamente in questi anni offrendo una panoramica dei rischi connessi all’aumento del livello del mare indotto dai cambiamenti climatici e dalla subsidenza costiera nel Mediterraneo e fornendo proiezioni e scenari di aumento del livello marino fino al 2100.
“Con SAVEMEDCOASTS-2 abbiamo concentrato gli sforzi sullo studio di alcuni dei principali delta fluviali e zone lagunari del Mediterraneo, dove la subsidenza naturale e antropica accelera gli effetti dell’ingressione marina, con conseguenti maggiori rischi di sommersione di tratti costieri ad alto valore naturale ed economico ed effetti a cascata sulle attività umane”, spiega Marco Anzidei, ricercatore dell’INGV e coordinatore del progetto.
“Il nostro obiettivo è stato quello di aumentare la consapevolezza delle comunità costiere maggiormente esposte ai rischi di inondazione, i cui effetti attesi sono stati illustrati con delle mappe ad alta risoluzione che presenteremo anche qui a Bruxelles. Si tratta di strumenti importanti per i decisori politici, che possono così avere un supporto scientifico nella gestione consapevole delle coste”, conclude Anzidei.