Si tratta di un “bellissimo” rettile, che in dialetto locale è chiamato “aranàtu” per le sue squame maculate di rosso-mattone, simile al colore dei chicchi della melagrana. E’ presente sull’Etna come in ogni dove e anche nei centri urbani della Sicilia orientale: il suo areale coincide con le nostre regioni più meridionali e si spinge fino a Malta, Grecia e Turchia.
Colubro Leopardino, foto ©Grazia Muscianisi di Pro Natura Catania e Ragusa
In realtà il suo vero nome è Colubro leopardino (Zamenis situla, Linneo 1758), un serpente – lungo fino a 80-100 cm; la femmina può arrivare a 120 cm – del tutto innocuo, con la testa fortemente “disegnata” di rosso; gli occhi rotondi con l’iride arancio-rosso. Questo rettile è molto mite e sfuggente, ma è spesso scambiato per la pericolosa vipera e quindi può fare una brutta fine, quando non vengono allertati i Vigili del Fuoco o degli appassionati della natura che intervengono per prendere l’intruso e destinarlo nuovamente alla libertà.
Recentemente questa specie è stata inserita nella Convenzione di Berna ed è considerata a rischio. L’alimentazione è quasi del tutto concentrata su topi e lucertole, preferite dagli esemplari giovani. Tra agosto e settembre nascono i piccoli da 2-5 uova.