Ora non vi date manco la mano, e comprate l’acqua minerale a casse multiple, e la carta igienica a derrate. Come se gli acquedotti avessero chiuso le pompe e per il culo lindo fosse indispensabile la carta e non l’acqua del rubinetto, con la quale potreste anche dissetarvi. Comprereste anche l’aria, se ci fosse qualche chistiano furbo, pronto a vendervela come “aria oligominerale decontagiata”. Non utilizzate il bancomat, ma la carta di credito – così le dita non dovete metterle sui tasti infettati. E l’ascensore? I tasti li spingete col gomito? O con la punta delle corna che avete in capo? Perché siete cornuti e solo i cornuti vivono con le braghe strette e la testa pesante.
Allentate gli elastici che sono diventati cappi. Chi vi ha tradito non vi ha capito, e qualsiasi tradimento subito – di qualsiasi fede – non vale una chiusura.
Usate l’acqua per lavarvi poi la mano che tendete adesso, usatela per bere e per rinfrescarvi i pensieri troppo caldi. Lasciate perdere i supermercati e l’accumulo alimentare. Sperimentate il gesto semplice e come si vive meglio con poco.
Aprite il frigo e prendete un pezzo di formaggio; due arance, un po’ di pane di ieri, riempite una borraccia con acqua del rubinetto; infine, un libro e un block-notes con una penna. Mettete tutto dentro lo zaino e salite. Salite dove finiscono le case e attacca la natura selvaggia. E camminate una, due, tre ore: non vi preoccupate che non vi usurate.
Trovatevi un bel posto per sedervi e ammirare il paesaggio intorno, ascoltate i suoni, percepite gli odori, toccate la pietra calda al Sole e abbracciate con decisione un albero. E abbandonatevi alle sensazioni. Urlate qualsiasi sfogo. Piangete pure, se vi va. Mangiate pure, se ne avete voglia. Mettetevi con le spalle comode e provate a leggere. E quando sarete stanchi, alzate lo sguardo verso il Sole ormai in discesa e scrivete il vostro stato d’animo sul foglio di carta. Poi vi volterete come chiamati. E mi scorgerete, brutto Sugghiu, deforme, ma contento di guardarvi come siete davvero. Bambini ritrovati.