Nel decennale della scomparsa del recordman di volo libero anche un monumento in pietra lavica sui Crateri Silvestri
Sportivo, naturalista, scienziato, a cui si devono le pagine più belle del volo libero nella storia degli uomini. Dieci anni fa, il 26 marzo del 2006, s’interrompeva il volo di Angelo D’Arrigo, nato a Catania, ma cresciuto a Parigi. Dopo anni di agonismo in volo libero e due titoli mondiali con il deltaplano a motore, D’Arrigo si allontanò dal circuito delle competizioni per dedicarsi ai voli record, ma soprattutto all’emulazione del volo dei rapaci per la ricerca del volo istintivo. Un’attività che lo porta a sorvolare le montagne più alte e le terre più sperdute, Sahara, Siberia, Everest, ed ovviamente Etna, spingendosi dove nessun uomo prima era riuscito. Poi quell’ultimo, fatale, volo come passeggero, su un aereo di turismo a Comiso nel ragusano.
Il prossimo 26 marzo, la vigilia di Pasqua, centinaia di lanterne si leveranno in volo al tramonto dall’Etna e da tutte le montagne di Angelo D’Arrigo, dall’Everest all’Aconcagua, per ricordare il recordman di volo libero nel decennale della scomparsa.
Sull’Etna, ai Crateri Silvestri, organizzata dalla Fondazione Angelo D’Arrigo – con la collaborazione de Parco dell’Etna, dell’Area Metropolitana di Catania, del Comune di Nicolosi e della Funivia dell’Etna – si svolgerà una cerimonia in onore dell’Icaro siciliano al quale sarà dedicato un monumento in pietra lavica dello scultore Luca Zuppelli. Saranno presenti i familiari di D’Arrigo, con in testa la moglie Laura Mancuso, autorità e decine di associazioni culturali, sportive e di tutela ambientale che condividono il ricordo e i principi del campione di volo. L’hashtag #angelodarrigo sui social ne farà un evento condiviso anche dalla community (Instagram/Twitter/Facebook).
“Saremo in contatto attraverso il web e i social media – ha detto Laura Mancuso – con tutti coloro i quali, in ogni parte del mondo, hanno conosciuto e apprezzato Angelo. A ciascuno di loro abbiamo chiesto di far volare una lanterna al tramonto del 26 marzo. Le migliaia e migliaia di luci nel cielo della sera saranno un simbolo di ciò che mio marito ha lasciato a tutti noi: la consapevolezza della necessità di superarsi, di scoprire, di studiare, di essere curiosi del mondo”.
Dopo anni di agonismo in volo libero e due titoli mondiali con il deltaplano a motore, stabilitosi sull’Etna si era dedicato ai voli record e allo studio. Aveva realizzato e fatto volare la “piuma” progettata da Leonardo da Vinci, lavorato a lungo nella Galleria del vento, compiuto approfondite ricerche in tutto il mondo sui grandi veleggiatori e il volo istintivo con il progetto “Metamorphosis”. Seguendo il volo di aquile alpine, rapaci himalayani, avvoltoi sudamericani e australiani, gru siberiane aveva compiuto imprese memorabili, attraversando mari e deserti, sorvolando montagne. Era stato il primo uomo a percorrere in volo libero, senza ausilio di motore, il Sahara, ad attraversare la Siberia e a sorvolare l’Everest.
Angelo D’Arrigo, che sembrava incarnare il motto del “fatti non foste a viver come bruti”, scomparve nel 2006 a Comiso a soli 45 anni. L’incidente colpì tutti coloro i quali, tantissimi, in tutto il mondo si erano entusiasmati ai suoi un tempo impensabili record di volo libero.