Il 4 novembre ai Benedettini di Catania la presentazione del progetto di costituzione dell’Ecomuseo del carretto e delle strade dell’Etna che avrà sede presso il museo della civiltà contadina di Misterbianco
Verrà presentato martedì 4 novembre, alle ore 10.00, presso il Coro di Notte del Monastero dei Benedettini di Catania, sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli studi di Catania, il progetto di costituzione dell’Ecomuseo del carretto e delle strade dell’Etna. L’ecomuseo avrà sede presso la struttura ora dedicata al museo della civiltà contadina di Misterbianco. Durante la presentazione si cercherà di costruire un confronto tra i responsabili del progetto, studiosi dei fenomeni e amministratori locali.
Progetto
L’ecomuseo è una strategia partecipata volta a favorire processi di sviluppo territoriale attraverso la reinterpretazione sostenibile di particolari aspetti del patrimonio materiale e immateriale, in grado di cogliere il dinamismo produttivo e culturale delle comunità locali.
L’ecomuseo si identifica con gli elementi valoriali di un territorio, promuovendone con la comunità l’individuazione, la conoscenza e la trasmissione, con l’obiettivo di recuperare l’identità dei luoghi in tutte le sue componenti naturali, storiche, sociali e definire, con le amministrazioni locali forme di corresponsabilità per la loro valorizzazione.
Le comunità si trasformano nel corso della storia, producendo informazioni, stratificazioni e sostituzioni, ma alcuni elementi permangono “invariati” e restano costanti e costituiscono il fondamento per il riconoscimento del genius loci. Occorre ritrovare queste invarianti e le loro regole strutturali che tengono in vita l’identità dei territori e adattarle ai contesti attuali per creare una linea di interazione tra le generazioni e massimizzare le opportunità di sviluppo, produrre un’eredità sociale portatrice di nuova progettualità.
La capacità che avrà l’Ecomuseo del carretto siciliano e delle strade dell’Etna di trasmettere il patrimonio territoriale dipenderà dall’interesse che dimostrerà la comunità di Misterbianco di pianificare uno sviluppo in forme durevoli, consentendo la riproduzione e la valorizzazione condivisa delle proprie risorse (ambientali, territoriali, umane) senza sostegni esterni invasivi (ovvero con una modesta impronta ecologica) e con scambi solidali e non di sfruttamento; ed è praticabile a condizione che gli attori locali cooperino attivamente e responsabilmente al processo ecomuseale, mobilitando all’interno del sistema le energie sociali per il suo sviluppo.
(30 ottobre 2014)