Nell’ultimo giorno del mese di febbraio, l’Etna ha prodotto un nuovo spettacolare evento parossistico al Cratere di Sud-Est, il settimo della sequenza iniziata il giorno 16 febbraio.
Già nelle prime ore della mattina del 28 febbraio, infatti, una nuova attività di fontana di lava, con emissione di cenere, è stata registrata dalla Sala Operativa dell’Osservatorio Etneo dell’INGV di Catania. La primissima e isolata esplosione, che ha marcato l’inizio di questo nuovo episodio eruttivo, è avvenuta alle ore 07:55.
Da quel momento in poi, vi è stato un rapidissimo evolversi degli eventi. L’attività stromboliana, caratterizzata da un getto continuo già dalle 8:30 circa, si è concentrata principalmente in due bocche e ha raggiunto, inizialmente, un’altezza di circa 300 m.
Il tremore vulcanico, che fino a quel momento si era mantenuto a un livello medio, successivamente all’inizio della fontana di lava ha raggiunto valori elevati.
Al suo picco, l’attività vulcanica ha prodotto grosse fontane di lava che hanno coperto l’intero cono del Cratere di Sud-Est, con colate di lava e flussi piroclastici che sono durate circa mezz’ora.
Successivamente, alle 09:20 della mattina, è stato osservato un improvviso quanto repentino decremento del tremore, fino a valori medio-bassi. La sorgente del tremore, però, è perdurata nell’area del Cratere di Sud-Est ad una profondità di circa 2600 m sopra il livello del mare fino alle prime ore del pomeriggio, quando ha iniziato a spostarsi e ad approfondirsi al di sotto dei crateri centrali.
Questo parossismo è stato caratterizzato da una notevole intensità ma da una breve durata: l’attività di alte fontane di lava è durata circa mezz’ora, provocando un’intensa ricaduta di lapilli lungo la fascia pedemontana che va da Zafferana, Milo, Fornazzo fino a Giarre, raggiungendo appena a monte di Fornazzo le dimensioni fino a 6 cm. Infatti, alle ore 9:33, il fontanamento al Cratere di Sud-Est è cessato quasi improvvisamente, nel giro di un minuto circa, mentre rimaneva attiva la colata lavica verso la Valle del Bove.
Anche in questa occasione, squadre dell’INGV dell’OE di Catania e di Roma si sono recate sul posto per effettuare misure in tempo reale sulla fontana di lava e monitorare l’evento eruttivo. Come per gli eventi passati, le osservazioni delle fontane di lava hanno previsto l’utilizzo di telecamere termiche ad alta velocità e misure della composizione chimica dei gas emessi tramite la tecnica di telerilevamento a infrarosso.
L’INGV diffonde tempestivamente tutte le informazioni sui parossismi dell’Etna sui canali social dell’INGV. In particolare, i canali INGVVulcani di Facebook, Twitter e Instagram sono continuamente aggiornati anche con i Comunicati emessi costantemente dall’Osservatorio Etneo dell’INGV e con foto e immagini significative dei fenomeni.