Ore 18:23
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che dalla rete di telecamere di sorveglianza che l’attività stromboliana al cratere Voragine è evoluta a fontana di lava e produce una colonna che raggiunge l’altezza di circa 4500 m slm e si propaga in direzione SE. E’ stata altresì segnalata la ricaduta di cenere su diversi abitati dell’area sud orientale etnea e fino a Catania.
L’ampiezza media del tremore, dopo avere raggiunto il valore massimo intorno alle 16:30 ha subito un repentino decremento fino a raggiungere l’intervallo dei valori medi. Intorno alle 17:00 una nuova fase di rapido incremento ha riportato l’ampiezza su valori elevati, dove tuttora permane con valori molto alti.
Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico continua ad essere localizzato poco a est del cratere Voragine ad una elevazione di circa 2900 m sul livello del mare. Anche gli eventi infrasonici hanno visto un rapido decremento della frequenza di accadimento fino alla loro scomparsa tra 16:45 e le 17:25. Successivamente, si è osservata una ripresa dell’attività caratterizzata da eventi e tremore infrasonico. Questi sono localizzati al cratere Voragine e l’ampiezza degli eventi è alta. L’analisi dei dati delle deformazione del suolo evidenziano un pattern complesso e ancora in rapida evoluzione.
La rete clinometrica evidenzia una prima fase deformativa sommitale alle 16.40, seguita da una breve fase di stabilità. La deformazione riprende alle 17.15, coinvolgendo con un debole segnale (meno di 0.1 microradianti) anche una stazione a media quota (Monte Denza); al momento, la deformazione alla stazione sommitale di ECP (Cratere del Piano, ha raggiunto un’ampiezza di oltre un microradiante.
Anche il dilatometro di monte Ruvolo mostra una prima fase di deformazione, segnalata nel precedente comunicato e che ha raggiunto circa 15 nanostrain, interrotta da una breve inversione alle 16.35, con una successiva ripresa alle 17.15. Al momento, questa seconda fase ha raggiunto circa 30 nanostrain. La rete GNSS ad alta frequenza non evidenzia al momento deformazioni al di fuori del rumore di fondo..
Ore 16:32
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che dall’analisi delle immagini delle telecamere della rete di sorveglianza, l’attività stromboliana iniziata lo scorso 13-14 giugno dal cratere Voragine, che si era lentamente accentuata nei giorni a seguire, nella tarda mattinata si è notevolmente intensificata.
Dal modello previsionale, la simulazione dell’eventuale dispersione del plume vulcanico indica una direzione Sud Est. Tale attività è accompagnata da due flussi lavici, iniziati nei giorni precedenti, prodotti da due bocche poste rispettivamente sul fianco sud orientale e su quello nord occidentale del cono di scorie all’interno del cratere.
L’andamento dell’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato negli ultimi giorni un continuo incremento che si è ulteriormente accentuato a partire dalle 14:20 circa e, attualmente, i valori si collocano su un livello molto alto.
Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico è localizzato poco a est del cratere Voragine ad una elevazione di circa 2800 m sul livello del mare. Anche la frequenza di accadimento e l’ampiezza degli eventi infrasonici hanno mostrato un ulteriore incremento rispetto a quanto osservato nei giorni precedenti e risultano localizzati al cratere Voragine.
Dall’analisi dei dati delle reti di deformazione del suolo, non si evidenziano variazioni significative alle stazioni GNSS ad alta frequenza e alle stazioni clinometriche. Si rileva l’inizio di una leggera decompressione al sensore dilatometrico di circa 8 nanostrain nelle ultime 3 ore (ultimo aggiornamento dati alle 15:55).