Etna, è qui la storia

Grande partecipazione alla presentazione della docufiction “Un giorno la storia passò dal Parco dell’Etna”

Un foltissimo e attento pubblico ha assistito nella sede del Parco dell’Etna, l’ex Monastero Benedettino di San Nicolò La Rena a Nicolosi, alla presentazione della docufiction dal titolo  “Un giorno la storia passò dal Parco dell’Etna”, prodotta con il sostegno dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, che racconta la storia dell’antico cenobio oggi sede del Parco, insediamento fondamentale dei  Benedettini, ma anche importante luogo di riferimento di grandi scienziati, letterati, artisti.
Ha spiegato Marisa Mazzaglia, Presidente del Parco, introducendo l’incontro: “Attraverso questa docufiction, che abbiamo fortemente voluto per continuare a valorizzare alcuni fondamentali aspetti culturali che ruotano attorno al nostro vulcano Patrimonio dell’Umanità, il Parco fa memoria storica perchè storia, natura e elemento sociale sono inscindibilmente legati. E’ tra i meriti del Parco avere recuperato l’ex Monastero di San Nicolò La Rena, che rappresenta una parte importante della vita dei Benedettini sull’Etna e a Catania. Il monachesimo è una grande risorsa, molti suoi elementi sono nel Dna del popolo siciliano. Ringraziamo l’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e la Soprintendenza di Catania per il determinante sostegno alla realizzazione dell’iniziativa, la regia e gli attori per la professionalità e la qualità del prodotto”.

Fulvia Caffo, Soprintendente per i beni Culturali e Ambientali di Catania, dopo avere portato i saluti dell’Assessore regionale Antonio Purpura, ha sottolineato: “La proposta del Parco dell’Etna per questa iniziativa è stata considerata molto significativa e sostenuta con convinzione. Mancavano contributi scientifici, didattici e divulgativi che, attraverso la storia e i personaggi, in questo caso molto importanti come la regina Eleonora e gli scienziati del Grand Tour, potessero descrivere l’Etna con le sue caratteristiche. Il Parco e la sua antica sede sono così un centro dal quale irradiare cultura e identità. Ciò ha un particolare significato in un momento in cui, nella nuova programmazione europea, si pensa di inserire negli itinerari turistici e culturali dei siti Unesco attrattori capaci di creare una rete di interessi e di sviluppo. Spero che questo progetto possa costituire uno strumento di superamento delle barriere culturali e che da oggi si possa dire che ogni giorno la storia passa dal Parco dell’Etna”.

Cristina Grasso, direttore dell’Archivio di Stato di Catania, ha sintetizzato la storia del Monastero di San Nicolò La Rena – raccontata dall’ampia documentazione conservata dall’Archivio – cominciata quando i monaci Benedettini, desiderosi di vita ascetica, decisero nel XII secolo di trasferirsi sull’Etna. Fondamentali alcune date: la donazione del monastero a San Leone nel 1156, considerata la data di nascita del cenobio, da parte di Simone conte di Policastro; la “superiorità” tra i monasteri etnei conferita nella seconda metà del 1300; la conferma della donazione di Simone da parte delle regine, prima Eleonora d’Angiò, poi Bianca di Navarra. Divenuta grama la vita sull’Etna, i benedettini ottennero la licenza di costruire il grande monastero di Catania, che fu realizzato dal 1558.

Anna Maria Iozzia, dell’Archivio di Stato di Catania, ha raccontato nei dettagli la storia di Eleonora D’Angiò “Tra devozione benedettina e devozione francescana”. La regina che rese grande e famoso il Monastero oggi sede del Parco, dopo la morte del marito Federico III, dal 1337 abitò a Casale della Guardia, nella zona oggi della Cisterna Regina di Belpasso, e quando si ammalò (forse di tubercolosi) decise di morire, il 9 agosto 1341, a San Nicolò insieme ai monaci. Eleonora concesse agli amati Benedettini del monastero di Nicolosi due privilegi, nel 1334 i frutti del castagneto del bosco di Paternò e nel 1340 il pascolo del bestiame nel territorio di Paternò. Le spoglie della regina sono oggi custodite nella chiesa di San Francesco a Catania.

Padre Vittorio Rizzone, del Monastero dei Benedettini Dusmet di Nicolosi, si è infine soffermato su alcuni aspetti della dimensione spirituale e religiosa e dell’organizzazione monastica e del lavoro dei benedettini a San Nicolò La Rena.

Salvo Fleres, autore del soggetto della docufiction – con la  collaborazione di Alessandra Cilio per la sceneggiatura e di Giuseppe Gumina e Salvo Caffo del Parco dell’Etna per la parte tecnico-scientifica – e il regista Lorenzo Daniele hanno poi introdotto la proiezione di “Un giorno la storia passò dal Parco dell’Etna”. Grande protagonista è la regina Eleonora d’Angiò (interpretata in modo accattivante dall’attrice Amelia Martelli). Insieme a lei lo scrittore, poeta e drammaturgo tedesco Wolfgang Goethe (interpretato da Giuseppe Bisicchia), che nel suo Viaggio in Italia sottolinea il passaggio al Monastero e il grande scienziato tedesco Wolfgang Sartorius Von Waltershausen (attore Massimo Giustolisi), che scrisse il trattato Der Aetna. Grazie ai dialoghi intrecciati con un abate immaginario, padre Mauro (interpretato da Giuseppe Gumina), che nella veste di padrone di casa rappresenta i vari religiosi che hanno retto il cenobio nicolosita, i principali protagonisti illustrano il senso della loro presenza nel tempo alle pendici del vulcano.

Con la tecnica della docufiction (che verrà ampiamente divulgata nel mondo scolastico), gli spettatori vengono dunque a conoscenza di alcuni aspetti particolari e inediti della storia del monastero, relativi ai personaggi più importanti che lo hanno frequentato nel corso dei secoli. Una voce narrante illustra le parti di carattere generale.
Il progetto è completato da una piccola guida e da una mostra permanente, presso la sede del Parco, dei reperti ceramici  di epoca medievale rinvenuti in prossimità dell’antico monastero

(10 agosto 2015)

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