Etna, Fossa della Nave zona SIC, sito d’impossibile concerto

Il concerto di fine anno dei licei della scuola Angelo Musco di Librino doveva esser realizzato a Fossa della Nave, Etna Sud. Doveva esser un po’ amplificato, anche per dar giusto conto alle danze degli studenti del liceo coreutico, oltre che per presentare l’evento. Ma questo non si può più, per adeguamento del Parco dell’Etna al regolamento europeo dei SIC (Siti d’Interesse Comunitario), di cui fa parte Fossa della Nave. E per poter fare il concerto in acustico, occorre la valutazione d’incidenza, cioè lo studio sui decibel che ogni singolo strumento può produrre. Così parla il D.A. del 14 febbraio 2022.

Sull’argomento, ospitiamo la presa di posizione di Anna Mangiameli, studentessa al secondo anno in Biologia a Unict, e profonda conoscitrice del luogo in questione e di quella parte dell’Etna in genere. 

Le restrizioni di attività musicali a Fossa della Nave non sono sbagliate, ma incoerenti. Se valutiamo il fatto che otto anni fa, è stato tenuto un concerto di poco più di un’ora, di due istituti musicali, con decine di orchestrali e 700 partecipanti, e nessun animale selvatico è risultato poi traumatizzato o è morto, non solo non ci sarebbe nessun problema oggi a realizzare un altro concerto con caratteristiche simili, ma gli animali selvatici presenti subirebbero un impatto ancora più modesto rispetto a otto anni fa, a causa del loro progressivo adattamento all’uomo. L’attività del parco avventura, con decine di ragazzini vocianti per molte ore del giorno, certamente è molto più incisiva di un concerto di arpe, violini e trombe, suonati in modo armonico. E tuttavia, anche così, sotto il dominio sonoro delle frotte di ragazzini, la volpe, il barbagianni, il corvo, si sono adattati. 

Direte, ma Fossa della Nave è Zona SIC. D’accordo, ma la natura non vede questi confini cartacei. Quando in agosto ci sono serate di musica pop e rock al piazzale del Sapienza (che non è Zona SIC), con tanto di amplificazione da stadio, in cui il suono arriva integro fino a Piano Vetore, non tiene nessun confine cartaceo imposto. Allora, dico: delle due, l’una. Se il legislatore vuole essere credibile, si ragioni bene o non si ragioni affatto. Perché per tutelare la natura dell’Etna come in un SIC, senza lasciare alcuna traccia, senza far voltare allarmata la volpe, o far correre la lepre a zampe levate, o far prendere il volo alla ghiandaia infastidita, si dovrebbe partire dal divieto di transito dei quad in carovana quotidiana, per arrivare a vietare anche il transito in mtb, se non perfino a piedi.

Oppure, si potrebbe valutare l’effetto benefico al contrario, sull’uomo, messa in sicurezza la salute degli animali selvatici. Cioè, lo stato di pace che si prova ascoltando musica in un ambiente originale, soprattutto all’interno di una bocca eruttiva spenta come Fossa della Nave, che un tempo è stata origine di morte e distruzione e ora è orizzonte di vita e gioia. 

Il senso di appartenenza alla natura si sviluppa generando emozioni con la cultura, che sono la base di partenza per la difesa dell’ambiente stesso, nel quale ci identifichiamo.

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