Tre giorni di grande spettacolo dal Sud-Est. Attesa per conoscere se la bocca della ex “sella” supera il Nord-Est
Preceduta dal “netto decremento dell’attività accompagnata da una rapida diminuzione dell’ampiezza del tremore vulcanico”, l’eruzione dell’Etna si è conclusa alle 14:14 di oggi, quando “le reti di monitoraggio Ingv hanno registrato la fine dell’attività vulcanica”.
Dunque sono stati tre giorni di fontane di lava e colata, immortalate su video e foto che hanno fatto nuovamente il giro del mondo con un “arrivederci alla prossima”.
Di questa eruzione resta una nuova bocca, sorta sulla ex “sella” fra il vecchio e il nuovo cono del Cratere di Sud-Est. Un nuovo cono di scorie che ha modificato ancora una volta la vetta. C’è attesa per sapere se la nuova bocca abbia superato in altezza il Nord-Est (m. 3.329,6 s.l.m.), ottenendo il primato di nuova cima dell’Etna, come molti appassionati ipotizzano. Bisognerà, adesso, attendere la misurazione ufficiale per scoprirlo.
Ripercorriamo quel che è stata l’eruzione nel corso di questi ultimi giorni.
Dal sito dell’Ingv di Catania O-E.
Nel tardo pomeriggio del 27 febbraio 2017, l’attività stromboliana che era cominciata il 20 gennaio alla bocca posta sulla ex “sella” fra il vecchio e il nuovo cono del Cratere di Sud-Est (SEC) dell’Etna si è rapidamente intensificata, e un trabocco di lava ha alimentato una colata che si è riversata sul fianco meridionale del SEC. Questo episodio eruttivo è il primo evento significativo dopo le eruzioni sommitali di maggio 2016.
Il trabocco lavico è incominciato poco dopo le ore 17:00 UTC (= ore locali -1) del 27 febbraio; inizialmente la colata è avanzata rapidamente sul ripido fianco del cono del SEC, però ha rallentato dopo aver raggiunto il terreno pianeggiante alla base del cono, espandendosi lentamente verso sud-sudovest, in direzione dell’antico cono di Monte Frumento Supino.
Nella notte del 27-28 febbraio, l’attività era caratterizzata da frequenti esplosioni stromboliane, che hanno lanciato frammenti lavici incandescenti fino a 200 m di altezza sopra la bocca, mentre continuava il trabocco lavico.
Durante un sopralluogo effettuato da personale INGV-OE nella giornata del 28 febbraio, l’attività andava avanti con modeste fluttuazioni, e si notavano sporadiche emissioni di vapore e cenere marrone (materiale roccioso vecchio polverizzato) da più punti nel Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC), la cui ultima attività era avvenuta dal 6 all’8 dicembre 2015. La colata lavica stava lentamente avanzando sulla neve a monte di Monte Frumento Supino, con il fronte più distante a circa 2800 m di quota, avendo percorso circa 1.2 km dalla bocca eruttiva.
Intorno alla bocca eruttiva si stava formando un cospicuo cono piroclastico, che superava in altezza i punti più alti del SEC e del NSEC, a circa 3290 m.
L’attività continuava con caratteristiche sostanzialmente uguali durante l’1 marzo. Il fronte lavico più avanzato si era fermato a circa 2700 m di quota e poco più di 1.5 km di distanza dalla bocca eruttiva. Il nuovo cono piroclastico continuava a crescere rapidamente sia di altezza sia di larghezza, e la sua base orientale cominciava a riempire la depressione craterica del NSEC. In tarda serata, l’attività mostrava un netto decremento, accompagnata da una rapida diminuzione dell’ampiezza del tremore vulcanico.