L’INGV: diminuiscono tremore ed esplosioni; colata meno alimentata. La lava ha percorso 5 chilometri fino a 1.700 metri. Galleria fotografica di Alessandro Lo Piccolo
L’eruzione dell’Etna, nata fra l’11 e il 12 maggio scorsi, segna nuovamente il passo. Quel che significa lo diranno le prossime ore. Per il momento ci limitiamo a registrare quanto afferma l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, in un comunicato delle 7,43 di oggi. Il calo è stato percepito anche dai profani che hanno notato l’evidente riduzione dei boati.
“Nel corso della notte – scrive l’INGV – è stata registrata la progressiva riduzione di ampiezza del livello medio del tremore vulcanico. La variazione è stata accompagnata dal concomitante decremento dell’attività stromboliana al Nuovo Cratere di Sud Est (NCSE). Anche la colata di lava emergente dalla fessura eruttiva posta sul fianco nord-orientale del NCSE è risultata progressivamente meno alimentata. La colata ha percorso complessivamente poco più di 5 km, mostrando una scarsa capacità di avanzamento rispetto alle osservazioni condotte nella serata di ieri. Il fronte più avanzato si trova nella zona posta a monte di Rocca Musarra, nella Valle del Bove, poco sotto quota 1700 metri sul mare”.
Anche ieri sera le strade del versante orientale etneo si sono riempite di gente attratta dall’eruzione. Fra Zafferana e Fornazzo e sulla Mareneve per il Citelli e Piano Provenzana, grazie anche al ponte scolastico della Festa dell’Autonomia Siciliana, in tanti si sono fermati ad osservare la colata lavica. Un po’ di delusione l’ha suscitata la modesta attività stromboliana. E così a telefonini e macchine fotografiche non è rimasto altro da fare che imprimere la scia rossa disegnata dal vulcano che, come ha esclamato con molta fantasia qualcuno fermo all’ingresso di Fornazzo, sembrava: “Una curva parabolica al centro della Valle del Bove.”
(16 maggio 2015)