Alla libreria Voltapagina di Catania dal 20 dicembre al 6 gennaio la personale fotografica di Stefano Pannucci
S’inaugura il 20 dicembre a Catania, presso la libreria Voltapagina, la mostra fotografica, e un video, di Stefano Pannucci “Etna: punti di vista”, che ha per soggetto il vulcano fotografato da insoliti punti di vista. Verrà anche presentata l’anteprima di un progetto multimediale iniziato nel 2014 alla scoperta di tutti i coni vulcanici minori distribuiti sui fianchi dell’Etna
“Silenzioso procede il viandante, caparbio pellegrino di un altrove a tratti rincorso e si lascia dietro il negativo di un passo, orma soffice che segna l’esiguo confine tra questo mondo e quell’altro”.
E potrebbe essere proprio questa la chiave di lettura, il filo conduttore che lega insieme gli scatti e il magnifico video di Stefano Pannucci, geologo e vulcanologo catanese, appassionato di fotografia, in mostra con “Etna: punti di vista” fino al sei gennaio nella libreria Voltapagina di via Francesco Crispi. Esplorare se stesso attraverso l’altro, uno sguardo aperto a tutto tondo, sentirsi un tutt’uno con “Lui”. Nascere, crescere e vivere alle pendici di un vulcano attivo ti coinvolge – ci spiega – assistere all’inesorabile avanzata di roccia fusa in un fronte lavico, ti apre la mente, resetta il rapporto uomo/terra.
Ti puoi perdere dentro un’esperienza che oltre che creativa e fortemente emotiva, e’ anche squisitamente tecnologica, ma anche fortemente faticosa, per lo spirito e per il corpo. Avevo le mani e le gambe che mi tremavano per il freddo e la stanchezza, non e’ stato sempre semplice tenere il conto dei venti, delle correnti ascensionali, delle onde elettromagnetiche, di tutta quella gran massa di energia che ti si inchioda addosso.
La tecnologia e’ tua fedele compagna, una alleata che ti permette di osservare l’alto dall’alto ma che si affida alla tua precisione, alla tua caparbietà’. Sono nate così’ le lunghe riprese, i tanti scatti, per raccontare una storia che si ripete da migliaia di anni, che rinsalda ogni istante il legame con il territorio, con la montagna, che e’ terra viva. L’odore dei boschi, la fragranza candida della neve, il correr via lento dei ruscelli. Profumo di erba e zolfo, una tra le tante prospettive. E tanto camminare tanto, in silenzio, spesso da solo, o in compagnia dei suoi più cari affetti e di sua moglie Caterina che di professione fa il medico ma si arrampica come uno stambecco… e del cane.
Un viaggio iconico e fantastico, una mappa del cuore, come quello scavato nella cava, quella veduta aerea, quasi surreale di chi può scollarsi dal terreno e provare a volare. Guardare giu’, separarsi, pur restando radicati alla terra e Stefano lo ha fatto per tutti noi, ha raccolto e condiviso emozioni davvero profonde, ha allargato i nostri orizzonti per un momento e ci ha messo dentro visioni intense ed uniche di una natura semplice e vivace, ricca di armonie e forme, densa e a tratti ancora ingenua, ricordando a tutti noi che abbiamo debito di gratitudine verso questa vita e di protezione verso la casa che ci ha regalato.
Valeria Abramo
(18 dicembre 2015)