Weekend segnato da diversi roghi importanti che hanno aggredito i boschi del vulcano. “Salviamo i boschi” in collaborazione con Cai e WWF a tutela del plurisecolare leccio di Caselle
Torna l’emergenza incendi sull’Etna. Le cronache ci raccontano di un fine settimana funestato dalle fiamme che hanno aggredito i boschi di Piedimonte e Linguaglossa, e la zona alta di Adrano e Ragalna con interventi dei pompieri e del Corpo Forestale. Proprio per salvaguardare i boschi più belli dell’Etna Patrimonio dell’umanità, l’associazione “Salviamo i boschi” (gruppo con oltre 40 mila “Mi Piace” su Facebook), in collaborazione con WWF ed Club Alpino Italiano, ha promosso un’azione di tutela del plurisecolare “Ilice di Carrinu”, il maestoso leccio che si trova nel demanio di Piano Bello a Caselle (fra Milo e Zafferana). «Una vera e propria cattedrale», come lo definisce nell’intervista rilasciata a Etnalife il medico Giuseppe Receputo, promotore e presidente di “Salviamo i boschi”, oltre che presidente del Cai di Acireale.
In pratica, i volontari, divisi in squadre, svolgono un pattugliamento nei boschi intorno alla grande quercia allo scopo di avvistare, ovviamente ci si augura mai, l’eventuale incendio e favorire l’immediato intervento dei mezzi per domare le fiamme, ma anche delle forze dell’ordine per individuare i piromani.
Attiva anche un’App mediante la quale si possono segnalare incendi, discariche e altri motivi di degrado, realizzata per facilitare gli interventi e la risoluzione delle diverse problematiche.
«Abbiamo aderito a questa iniziativa perché la riteniamo un’operazione necessaria allo sviluppo di quei doveri civili che la cittadinanza attiva deve mettere in pratica per preservare un ambiente naturale così straordinario» dichiara a Etnalife Rosanna Cavallaro del WWF Sicilia orientale. Infine la naturalista Elisa Coppola, che illustra i “numeri” dell’Ilice: «Cinque metri il diametro del tronco, 4 i rami principali, 650 metri quadrati l’area coperta». Un “nonnino” al quale augurare ancora tanta lunga vita.