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Intervista alla Presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia, che illustra le ipotesi di applicazione del ticket sulle riserve e sui parchi siciliani introdotto da un decreto regionale
Il ticket su parchi e riserve della Sicilia, introdotto dal decreto di San Silvestro dell’Assessore Regionale siciliano del Territorio e dell’Ambiente, Maurizio Croce, e tenuto sotto traccia per quindici giorni, sino all’accensione dei riflettori sulla vicenda da parte di Etnalife, ha innescato un acceso dibattito fra gli appassionati del vulcano, soprattutto sui social, fra opposti, in netta maggioranza, e contrari. “La natura non si può monetizzare”, d’un lato, e “non sarebbe uno scandalo a sostenere l’ambiente” dall’altro, hanno inondato le bacheche di Facebook di fiumi di parole.
Ma qual è la situazione a quindici giorni dal decreto dell’ultimo dell’anno e a meno 45 giorni dai primi atti concreti che dovranno essere compiuti dai gestori di parchi e riserve? Lo abbiamo chiesto, in una intervista video, alla Presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia, che non nasconde la sorpresa per un provvedimento giunto all’improvviso e che impone scelte sofferte e di non facile applicazione, soprattutto per quel che riguarda i territori dei parchi, complessi e poco controllabili. Sul costo a carico dei fruitori, Marisa Mazzaglia ha una idea ben precisa: “Tuteleremo chi si rapporta con l’ambiente senza lasciare impronta”.
(16 gennaio 2015)