FRIHET, scatti fotografici in natura, catturati e raccontati da Gaetano Romano
Non un uccello nobile, come magari potrebbe essere un’aquila, ma il grifone è sicuramente un rapace affascinante tanto da essere identificato come il “re delle alture”!!
Con i suoi tre metri di apertura alare, il corpo pesante e lo sguardo penetrante, è uno dei pochi uccelli a poter sfruttare le correnti ascensionali e di volteggiare per ore senza nemmeno un battito d’ali a quote vertiginose (fino a 6000 metri di altezza). Così è in grado di perlustrare territori molto vasti in cerca di carcasse con il minimo dispendio di energia, e da lì su domina le valli ed i cieli che danno ego alla maestosità di questi paesaggi.
Come già detto, il grifone (Gyps fulvus) è un rapace che appartiene alla famiglia degli Accipitridi; quindi, è imparentato con le aquile e altri rapaci diurni. È di grosse dimensioni, il peso varia dai 6 ai 12 kg, con un aspetto che risalta i caratteri tipici degli avvoltoi, dove il capo e il collo appaiono prive di piumaggio ma di contro sono ricoperte da un corto piumino che agevola l’ingresso della testa all’interno delle carcasse.
Il dorso e la parte superiore delle ali hanno delle penne, definiti copritrici, di colore marrone/rossiccio; le zampe, invece, sono grigiastre e ricoperte da scaglie con degli artigli smussati alle estremità, per cui non risultano appuntite e perfettamente in linea con la sua etica “anti-caccia”.
Il grifone, essendo un saprofago, si ciba esclusivamente di carcasse. La ricerca del cibo avviene durante le perlustrazioni in quota dove più individui si occupano della ricerca costituendo tra loro una rete d’informazione visiva perfetta. Quando il numero di perlustratori è elevato volano a quote più basse, di contro quando sono pochi individui il pattugliamento avviene a quote più alte.
Individuata la carcassa poi, i grifoni iniziano la fase di discesa eseguendo ampi cerchi nel cielo che non solo permette una lenta discesa con il minimo impiego di energia ma costituisce anche un segnale di richiamo per gli altri avvoltoi; una volta a terra gli individui si scontrano tra loro per stabilire l’ordine con cui andranno a cibarsi della preda.
A livello riproduttivo, il grifone, è una specie che vive in colonie ma che forma coppie monogame che durano per l’intera vita (a tal proposito… i grifoni possono vivere anche fino a 40 anni). Queste coppie si andranno a formare solo quando i singoli individui raggiungeranno la maturità sessuale (a circa 6 anni), a cui segue la fase di corteggiamento con i “voli nuziali” dove il maschio e la femmina volano vicini l’uno sopra l’altro, ed infine l’accoppiamento che è preceduto da una vera e propria cerimonia del maschio nei confronti della femmina.
La femmina depone un unico uovo l’anno nel nido che viene costruito in anfratti rocciosi inaccessibili e la schiusa si verifica in primavera dopo un periodo di cova di circa 55 giorni.
Curiosità: il grifone, la cui storia è stato molto travagliata a causa della pressione antropica (leggi articolo: Ripercorrendo la storia recente del Grifone in Sicilia), ha un ruolo essenziale negli habitat naturali. Esso, infatti, costituisce l’ultimo anello della catena alimentare grazie al suo ruolo di “spazzino”, ma la sua attività non è da sottovalutare… è infatti fondamentale nel ricircolo delle sostanze organiche e nel mantenere l’ecosistema sano.
L’Ente Parco dei Nebrodi, da diversi anni, conduce uno studio di telerilevamento sulla nidificazione del grifone. La webcam installata nell’area delle Rocche del Crasto, nel territorio di Alcara Li Fusi, trasmette h 24, ed è raggiungibile al seguente link: https://www.ipcamlive.com/nidogrifoni.