Un gruppo, (nelle immagini si notano anche due guide), raggiunge la grotta e dopo aver prelevato il ghiaccio dal suo interno prepara e mangia la granita al limone accompagnata dalle brioches
Preparare una gustosa granita di limone con il ghiaccio della Grotta del Gelo, l’affascinante grotta del versante nord dell’Etna che custodisce tutto l’anno un accumulo di neve ghiacciata, purtroppo a rischio di scioglimento soprattutto per motivi antropici. Sembra incredibile per uno dei luoghi più sacri del vulcano Patrimonio dell’Umanità (oggetto di studi e monitoraggi), ma tutto ciò è realmente accaduto. La data è quella del 22 maggio scorso (domenica), giorno in cui un gruppo di escursionisti (nelle immagini pubblicate su Facebook sono ritratti anche una guida Aigae – leggi nota Aigae – e una di Federescursionismo – Federescursionismo ha hatto pervenire una nota in cui specifica che la sua guida non accompagnava il gruppo ma era lì con altri visitatori), è giunto sino alla Grotta del Gelo. Qui, dopo aver prelevato il ghiaccio dall’interno, uno di loro (evidentemente un esperto) ha preparato una granita di limone, spiegando dettagliatamente ingredienti e passaggi (successivamente si è appreso che a preparare la granita è stato il signor Luigi Romana che ha inoltrato una nota a Etnalife). Poi la degustazione accompagnata dalle brioches per suggellare l’evento. Da notare che il gruppo ha portato con sé tutta l’attrezzatura necessaria per la preparazione. L’iniziativa era anche stata pubblicizzata sul sito Siciliaincammino (i curatori precisano di non essere responsabili degli annunci pubblicati).
Non vogliamo assolutamente mettere in dubbio la buona fede di chi voleva solo rinverdire un rito del passato, ma mettiamo per un attimo da parte tutta la poesia dei tempi che furono e concentriamoci su un punto: che effetto ha un comportamento simile – specie se ripetuto – sull’ecosistema della Grotta del Gelo? Ricordiamo che un recente monitoraggio, presentato al Parco dell’Etna, ha evidenziato lo stato di precarietà dell’ecosistema interno, con gli esperti che hanno indicato in tre persone per volta il numero ottimale di visitatori per non provocare danni alla neve ghiacciata. Ricordiamo che siamo in zona A del Parco dell’Etna e la grotta ricade nel Sic (Sito di interesse comunitario) ITA 070010 denominato “Lave dei Dammusi”.
Pubblichiamo un video (che ne riassume due) e alcune foto, il tutto presente su profili pubblici di Facebook e su una Pagina Facebook della Grotta del Gelo, nei quali i protagonisti non fanno mistero sul luogo di provenienza del ghiaccio utilizzato. E su Youtube è pure presente una raccolta di fotografie della giornata sotto forma di video (poi rimosso).
Ricordiamo che il punto 2.2 del Regolamento del Parco vieta in Zona A il prelievo di terra, sabbia o altri materiali, e di modificare il regime delle acque. Appare sempre più evidente la necessità di una vigilanza nei luoghi più delicati dell’Etna, alla quale dovrebbero contribuire anche le guide autorizzate.
Ci chiediamo, dopo aver visto queste immagini, cosa accadrebbe al delicato equilibrio della grotta, se ognuno di noi si sentisse autorizzato a prelevare un po’ di ghiaccio per gustarlo? A nostro giudizio gli appassionati di montagna devono essere coscienti del fatto che alcuni comportamenti, anche se nobilitati dal tempo, oggi non possono più essere tollerati e che promozionare sui social queste pratiche rischia di innescare un pericolosissimo effetto emulazione. Sarebbe stato meglio – e ci auguriamo che lo sarà da adesso in poi – spiegare come si preparava un tempo la granita alla Grotta del Gelo, per poi andarla a gustarla in uno dei bar di Randazzo dove è ottima: un modo in più per promozionare anche i territori del vulcano.