Kilometro: Munnizza, ultima poesia e prima proposta di rivalutazione

Mark Twain sosteneva che nei confini di un uomo, si trova sempre una nota poetica. Intendeva confini di situazioni e stati d’animo. Se il Kilometro, sopra Nicolosi (Etna Sud, circa 1000 m di quota), fosse una situazione, la poesia umana residua sarebbe fatta di sporcizia e abbandono in sequenze stratigrafiche, come in geologia: bottiglie Fanta anni ’80 su boatte di pomodori pelati dell’ultimo decennio del secolo scorso, in parte rimaneggiate in conglomerati sparsi; falda di ricoprimento Catanese con versus S-N costituita di R.S.U. (fossili di pneumatici di carriola con cerchio, cessi in ceramica come ospiti caldi dell’Olocene superiore, e plastiche con resti di pasti umani sparsi come praterie di posidonia). Tutto questo, nella Carta Merdologica dell’Etna, in legenda viene denominato Munnizza.

Ora, il Kilometro soffre di una posizione maledetta: sta ai limiti del territorio comunale di Nicolosi, nella sua parte ultima in aggancio a quello comunale di Pedara. Va da sé, che nessuno dei due poderosi enti locali si prende la briga, i costi, la fatica inutile di non ricevere in cambio nessun voto, di andare lassù a presidiare e a ripulire. Sì, il Kilometro è anche Zona B del Parco dell’Etna. Ok? E allora? Beh, il Parco ha avuto dei cartelli di avviso di buone maniere-buona condotta, che in altre zone limitrofe ha funzionato. Dunque, per corollario folle degli amministratori locali, se le operazioni di installazione alle Ruote di Carretto e in Via Mazzei hanno avuto riscontro positivo e dunque, nessuno dopo ha più abbandonato rifiuti, l’operazione stessa non si deve ripetere: pena una condizione critica, che nessun politico vuole: la fine di uno stato di necessità, che garantisce richiesta e voti.

Il presente articolo non è dunque un pezzo di denuncia sullo stato di merda in cui versa questa distesa di bellezza naturale (anche se in parte offesa dal rogo del luglio scorso e prima ancora, dalla bufera di neve del febbraio precedente), e la indignata richiesta urgente di bonifica, ma è un appello per la ricerca di quell’amministratore storto, minimamente colto, quasi umano, che senta di intervenire per quella fottuta nota poetica che può trovarsi in fondo a ogni cuore. Con buona pace di Mark Twain e degli amici Antonio & Antonio, con i quali all’inizio della fine delle nostre vite, ci rivediamo sudati, sulle nostre bici, al Kilometro, e proviamo ancora a immaginare quanto sarebbe bello che diventasse una ZAS Zona di Allenamento Sportivo in Quota per ciclisti, atleti, ski-roller… “

PS: in un paese della provincia, è stato impiantato un cartello singolare, come disincentivo al lascito abusivo di Munnizza, e sta funzionando alla grande!

Suggerimenti per possibili varianti: “Pi ogni sicchiu, t’ha pigghiari ‘n coppu siccu”, “Infarto micidiale a chi si comporta da maiale!”, e via discorrendo.

“Ciclovia cuore dell’Etna” è la proposta del gruppo di minoranza “Per Nicolosi a colori”, capogruppo Nino Borzì (ex sindaco di Nicolosi), presentata e accolta dal Consiglio Comunale nella seduta del 2 agosto scorso, e già inserita nel piano triennale delle opere pubbliche dall’attuale amministrazione. “E’ un’idea che ha il suo fulcro nella Cava Asero (la cava a forma di cuore) – dice Borzì, oggi consigliere – e che tende a valorizzare e riqualificare tutte le strade della zona, con la creazione di un centro di accoglienza turistica nel piazzale delle stelle (incrocio SP92 con la strada del Kilometro). Adesso occorre fare in fretta e inserire il progetto nel PNRR nei prossimi mesi, per ottenere i fondi necessari alla realizzazione, primo fra tutti il rifacimento del manto stradale”.

Sergio Mangiameli è del ’64, geologo, giornalista pubblicista, interprete naturalistico, vive sull’Etna. Ha pubblicato i racconti “Dall’ulivo alla luna” (Prova d’Autore, 1996) e “Rua di Mezzo sessantasei” (Il Filo, 2008), i romanzi “Aspettando la prima neve” (Rune, 2009), “Dietro a una piuma bianca” (Puntoacapo, 2010), “Sul bordo” (Puntoacapo, 2013), “Come la terra” (Villaggio Maori, 2015, che ha partecipato a MontagnaLibri 2016 del Trento Film Festival), “Quasi inverno” (A&B Editrice, 2018), "La nevicata perfetta" (A&B Editrice, 2020). Ha scritto i testi di “MicroNaturArt – voci dal microcosmo” (Arianna, 2014), esperimento letterario di fotografia scientifica; i racconti di “Ventiquattr’ore – fotografie di finestre e parole intorno” (Puntoacapo, 2016), i cui scatti sono di Lino Cirrincione; e, assieme al vulcanologo Salvo Caffo, “Etna patrimonio dell’umanità, manuale raccontato di vulcanologia e itinerari” (Giuseppe Maimone Editore, 2016), con le illustrazioni di Riccardo La Spina. Ha scritto i testi dei film corti “La corsa mia” e “Idda”, e i monologhi “Questa storia” e “Il gioco infinito”, visibili entrambi su YouTube. Sul portale web Etnalife, scrive racconti etnei per la rubrica letteraria “Storie dell’altro mondo”. “La piuma bianca” è il suo blog sul magazine online SicilyMag. L’esperimento nuovo è “Le colate raccontate” – vulcanologia storica dell’Etna e narrativa surreale insieme, tra esattezza scientifica e finzione letteraria in racconti –, portato in scena col vulcanologo Stefano Branca.
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