Ricca di suggestioni nei centri del vulcano la drammatizzazione della Passione di Cristo, chiaramente influenzata dal periodo spagnolo
Riti e tradizioni, fede e folclore, si mischiano nelle celebrazioni della Settimana Santa ai piedi dell’Etna, nei centri maggiormente legati al vulcano. Come in tutta la Sicilia, i riti risentono di influssi spagnoli che in qualche modo si avvicinano alla “Semana Santa” di Siviglia, probabilmente l’evento più importante al mondo.
La drammatizzazione della Passione del Cristo avviene in un clima di mestizia, con le invocazioni, spesso in dialetto, che si levano nel silenzio. Protagoniste sono le confraternite, i cui componenti spesso indossano le vesti tradizionali (cappa, mozzetta, cappucci), a cui è deputato l’onere di condurre statue e gruppi statuari in processione.
I riti più affascinanti sono quelli che si celebrano ad Adrano, di certo, (vai all’articolo su Etnalife), ma anche a Biancavilla, Bronte, Randazzo.
Di seguito le celebrazioni raggruppate per versanti.
Versante sud
NICOLOSI. Venerdì, con inizio alle 20, processione del Cristo Morto e dell’Addolorata con inizio e conclusione dalla chiesa del Carmine con sosta alla Matrice.
PEDARA. Il Venerdì Santo si ripete il rito della “Scesa ‘a cruci” a cui segue la processione del Cristo Morto, della Madonna Addolorata e di San Giovanni Evangelista. Sabato, nel corso della veglia pasquale all’interno della Matrice, altro momento tradizionale “A cascata ‘da tila”, ovvero la caduta del telo che nasconde l’altare maggiore nel corso della Quaresima e che scopre al popolo la statua del Risorto.
TRECASTAGNI. La sera del Venerdì Santo, nel Santuario dei Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, tradizionale “Discesa dalla Croce” e processione del Cristo Morto sino in chiesa Madre. Sabato, nel corso della veglia pasquale, “Cascata della tela”.
Versante ovest
SANTA MARIA DI LICODIA. Il Giovedì Santo, dopo la Messa in Coena Domini, si ripete la visita ai Sepolcri allestiti nelle diverse chiese. Venerdì processione dei Misteri della Passione del Cristo con la statue del Cristo alla Colonna, della Pietà, di San Giovanni, della Madonna Addolorata e del Cristo Morto, portate per le vie del centro storico dalle confraternite cittadine.
BIANCAVILLA. Il Giovedì Santo, dopo la Messa in Coena Domini, i fedeli delle comunità parrocchiale, a piccoli gruppi, visitano i sepolcri con in testa una croce e un asciugatoio; il rito viene detto “I Cruciddi” dall’incrocio di croci e gruppi di fedeli che percorrono le vie cittadine. Venerdì, di buon mattino, processione della Madonna Addolorata per le vie cittadine con soste nelle chiese, nei luoghi della sofferenza e passaggio dinanzi al cimitero. Conclusione in chiesa Madre con l’incontro tra la Madonna e il Cristo Morto.
In serata, al termine della funzione, sempre in chiesa Madre, “A scisa da Cruci” del Cristo con deposizione nell’urna. A seguire la “Processione dei Misteri”, un tempo “I tri misteri” (dal numero delle statue partecipanti), con protagoniste le confraternite cittadine che sfilano con le vesti tradizionali: cappa bianca e mozzetta di diverso colore a seconda delle confraternita. Partecipano alla processione i gruppi statuari: Gesù nell’orto, Cristo alla colonna, Ecce Homo, Gesù porta la Croce, il Crocifisso Risorto, la Pietà, il Cristo Morto, l’Addolorata. Sfilano anche la “Torcia” (un cero ligneo che reca i simboli della Passione) e la Reliquia della Santa Croce.
Nella Messa del Sabato la tradizionale “Cascata da tila” che svela il Cristo Risorto.
La domenica di Pasqua, nella prima parte del mattino la statua dell’Angelo reca a Maria la novella della Resurrezione del Cristo; a mezzogiorno “A Paci”, l’incontro fra la Madonna e il Figlio Risorto in piazza Collegiata, con il bacio della Madonna al costato del Cristo.
ADRANO. La sera del Giovedì Santo processione della seicentesca statua del Cristo alla Colonna, dalla chiesa di San Sebastiano alla Chiesa Madre e visita ai sepolcri, con andatura lenta e sofferente che si manifesta con tre passi avanti e due indietro.
Venerdì processione mattutina dell’Addolorata, portata a spalla da donne e uomini, tradizionalmente i barbieri. In serata la processione del Cristo Morto, “U Lizzanti” (l’Agonizzante), che attraversa le vie del paese sulle spalle degli universitari con sul capo il cappello a punta, mentre le confraternite cittadine sfilano con la cappa bianca e la mozzetta (la mantellina) di diverso colore a seconda della confraternita di appartenenza.
La Domenica di Pasqua, di primo mattino, processione del Cristo Risorto, della Madonna e dell’Angelo. A mezzogiorno, in piazza Umberto, il momento più rappresentativo della Pasqua: la Diavolata (“I Diavulazzi ‘i Pasqua”), a cui segue l’Angelicata. Il dramma religioso risale al 1752 ed è opera di don Anselmo Laudine.
Personaggi principali sono i diavoli Lucifero, Belzebù, Astarot; la Morte; l’Umanità; e l’Arcangelo Michele. Nell’Angelicata due Angeli offrono doni alla Madonna e al Cristo Risorto, che proclama la Madre Regina del Cielo.
A conclusione, dinanzi alla chiesa di Santa Chiara, avviene l’incontro tra Maria e Gesù, la cosiddetta “Pace”: la Madonna incontra in Figlio e tocca la sua piaga.
BRONTE. Inizio il Giovedì Santo con la visita ai Sepolcri. Venerdì la processione, che inizia in chiesa Madre, a cui partecipano le confraternite cittadine, le giovinette velate, le pie donne, i dodici apostoli, San Michele Arcangelo, la personificazione del Cristo con la Croce, le statue della Madonna Addolorata, del Cristo alla Colonna, del Cristo Crocifisso e del Cristo Morto, condotte dai fedeli che invocano la grazia divina in dialetto brontese. Momento clou della processione l’incontro fra la Madonna ed il Cristo alla Colonna, con il canto dello “Stabat Mater” in sottofondo. I fercoli delle diverse statue sono addobbati con le fave.
Versante nord
RANDAZZO. Nei giorni della Settimana Santa le diverse confraternite sono le protagoniste, una per giorno, delle processioni che si tengono per le vie del centro storico. La sera del Venerdì Santo la sentita processione delle vare di Gesù in croce e di Maria Addolorata, condotte a spalla. L’inizio dalla chiesa di San Pietro. Ne prendono parte personaggi che interpretano San Giovanni Battista, la Veronica, le tre Pie donne, Marta, Maria e Maddalena, l’Angelo, i due Nicodemi. Sfilano anche i Babbaluti, confrati con una tunica bianca e il cappuccio, mentre le meste musiche funebri e le invocazioni in dialetto rendono la sera carica di suggestioni.
Versante est
ZAFFERANA ETNEA. Nel corso dei riti del Venerdì Santo, in chiesa Madre viene svelato il Cristo Crocifisso. In seguito, il simulacro viene avvolto in un lenzuolo bianco, sceso dalla Croce e riposto in un’urna, detta “cataletto”, nella quale viene condotto in processione insieme alla Madonna Addolorata e a San Giovanni Apostolo.
(2 aprile 2015)