Il venti-venti ha portato una terribile malattia, la fine degli abbracci, ma anche finalmente un nuovo presidente del Parco dell’amata Etna. I miei amici terrestri dicono tutti che era bellissimo il mondo prima del maledetto virus. Per la verità nel 2019 io frequentavo già le vostre zone e non ricordo molta gente felice in giro.
Il nuovo presidente del Parco è uno che frequenta molto i social: si vede che gli piace mettere tante foto e comunicare le belle cose che va facendo. Mi ha fatto molto piacere quando ha dichiarato guerra agli zozzoni. Ha anche spiegato che attualmente non gli hanno dato i soldati per combattere, ma lui non si è perso d’animo. Ha lo stesso arruolato un po’ di volontari e di gente ardimentosa e li ha mandati in giro a scoraggiare quelli che rovinano questa bella Terra dove ho avuto il piacere di precipitare.
Il nuovo presidente del Parco ha anche dichiarato che ci vorrebbe una authority per l’Etna, ma siccome sono pur sempre un marziano devo dire quest’ultima affermazione me la sono dovuta fare spiegare. Quella della guerra agli zozzoni era chiarissima. Ma perchè uno che diventa presidente del Parco vuole invece diventare presidente di una “authority”? Mi hanno chiarito che la differenza non sta nel termine inglese oggi più di moda. Ma che c’è una diversità sostanziale: se la Regione Siciliana (che comunque è quella che comanda sull’Etna) decidesse di trasformare il Parco in una Authority (con la “a” maiuscola) potrebbe ad esempio decidere di non avere più tre o quattro enti diversi che si occupano dello stesso territorio. Chessò invece di avere la Forestale che vigila poco (perchè non ha più guardiani) e fa manutenzione dei boschi; il Parco che autorizza ma non vigila per niente; l’assessorato turismo regionale che una volta aveva le aziende soggiorno ed ora promuove si, ma solo a distanza; al posto di tutti questi diversi uffici potrebbe esserci invece una sola Authority che fa tutte queste cose contemporaneamente utilizzando meglio il personale che c’è.
Devo dire che se fosse realizzato questa progetto non sarebbe male. Finalmente i miei amici etnei -che li sento sempre lamentare- avrebbero qualcuno con cui prendersela seriamente. In questo momento se dicono che c’è troppa munnizza il presidente del Parco-Parco gli risponde che non è competenza sua, ma ci sta provando lo stesso; se gridano che nessuno promuove il turismo sull’Etna (se non l’Etna stessa quando fa i fuochi d’artificio notturni) dalla Regione gli dicono che si stanno organizzando; se fanno notare che considerata la scarsa presenza di forze dell’ordine sul vulcano uno può anche realizzare un bivano più accessori in zona protetta senza rischiare molto, la Forestale comunica che ormai non riesce ad aprire nemmeno le caserme.
Tutto questo potrebbe essere superato trasformando il Parco-Parco in Parco-Authority, cioè un ente che si occupi un po’ di tutto e che abbia uomini e donne per riuscirci. Da marziano non posso che augurare all’intrepido presidente di riuscirci. Se fossimo sul mio pianeta sarebbe facile. Il presidente della Regione (che alla fine è quello che comanda su tutti) chiamerebbe i suoi dipendenti e gli direbbe: “Cari amici visto che ognuno si occupa di una cosa diversa ed io alla fine non faccio una gran bella figura, da domani lavorerete tutti insieme per raggiungere lo stesso risultato, avere un’Etna più bella, meglio custodita e ambita dai turisti di tutto il mondo!”. Su Marte faremmo così, ma ho capito che da queste parti funziona diversamente.
Ah dimenticavo, il nuovo presidente del Parco ha pure battagliato con la funivia per avere lo sconto per i residenti nella provincia di Catania e per gli studenti. Io pago come prima perchè sono extra terrestre, ma sono molto felice che sia più facile per quelli che vivono in mezzo alle colate andare a visitare la sommità della gran montagna. Un concreto intervento – di quelli che mi piacciono assai- per farvi sentire un po’ più vulcanici.
In apertura Carlo Caputo, presidente Parco dell’Etna