È il vulcano più alto e più attivo d’Europa e da cinquecentomila anni domina il panorama di tutta l’isola siciliana. Una forza poderosa della natura, che nella sua inespugnabile fortezza di lava, fumi e rocce vulcaniche non ammette traccia stabile di presenza umana.
L’Etna è il protagonista del documentario di Gianfranco Anzini per la serie in prima visione “Di là dal fiume e tra gli alberi”, trasmesso domenica 23 giugno alle 22.00 su Rai5, ora disponibile su RaiPlay.
Tuttavia, mano a mano che ci si allontana dai crateri dell’Etna, al centro del regno di questo dio pagano, verso la periferia dappertutto si vede che la vita inizia a brulicare. Da millenni gli esseri viventi cingono il gigante da ogni parte, respinti e inceneriti di tanto in tanto dal fuoco delle sue colate. E molti esseri umani dal possente vulcano traggono non soltanto pericoli e paure ma anche sostanze preziose e grandi emozioni. Qualcuno se ne ritrae spaventato, qualcun altro lo contempla e lo studia affascinato, qualcun altro ancora si fa ispirare da lui fino a sentirsi come quel dio che un tempo forgiava il metallo per gli altri dei. Tutti insomma, in un modo o in un altro, lo vivono come miniera di sensazioni in grado di nutrire le fibre più profonde del proprio essere.