La classificazione massima per l’IUCN e la lettera di conferma del Ministero dell’Ambiente per l’ottimo stato di salute del sito e per la gestione affidata al Parco dell’Etna
di Sergio Mangiameli
Sulla questione Etna sito UNESCO fuori o dentro la World Heritage List, abbiamo fatto due cose. La prima è stata questa: siamo andati nel sito ufficiale dell’IUCN (l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, l’organismo non governativo sul quale si basa l’UNESCO per lo studio, l’inserimento e il mantenimento nella World Heritage List dei siti naturali):
E abbiamo potuto constatare che: 1) in Italia solo i siti Unesco naturali Mount Etna e Monte San Giorgio hanno il rating massimo (good), le Isole Eolie e le Dolomiti hanno invece quello immediatamente inferiore (good with same concerns; bene con qualche preoccupazione). 2) Per l’Etna, il trend è stabile, le minacce globali sono molto basse, “i valori geologici del sito sono ben conservati e il suo eccezionale valore universale non è minacciato in questo momento”, cioè: quei valori geologici dell’Etna, che sono la base per la sua iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale, non sono attualmente di fronte ad alcuna minaccia, ed è improbabile che eventuali minacce emergeranno. 3) Si legge ancora che la protezione globale e gestione risultano “efficace” e “nonostante l’Etna resti uno dei vulcani più studiati al mondo, tuttavia, la capacità della gestione del sito e delle altre istituzioni nel sostenere il monitoraggio continuo e la ricerca deve essere rafforzata”, ossia: il sostegno finanziario e tecnico aggiuntivo potrebbe contribuire a migliorare servizi per i visitatori e programmi di educazione ambientale, e che le esistenti attività di monitoraggio e di ricerca hanno anche bisogno di essere sostenute nel lungo termine. In sintesi: sia lo Stato Italiano che la Regione Sicilia si impegnino a sostenere economicamente il Parco dell’Etna, ente gestore del sito UNESCO, perché custode di un bene prezioso di valore mondiale.
La seconda cosa che abbiamo fatto è quest’altra: ieri siamo andati fisicamente al Consiglio del Parco dell’Etna, organismo di gestione che vede la partecipazione dei 20 sindaci dei Comuni che fanno parte dell’area protetta, che questa volta si manifestava a seduta aperta. La presidente del Parco, Marisa Mazzaglia, ha aperto i lavori sostenendo che “le notizie circolate nelle ultime settimane avevano creato un clima di allarme tra gli operatori che certamente non giova allo sviluppo del territorio, anzi tende a minarne alla base fiducia e reputazione, che pur essendo elementi immateriali, hanno certamente un peso enorme nelle scelte degli investitori, sempre più interessati al territorio dell’Etna. Ecco perché abbiamo ritenuto opportuno rassicurare tutti, sindaci, cittadini, operatori economici, preoccupati dalle notizie diffuse con insistenza, sulla loro totale infondatezza. Il Ministero dell’Ambiente, che vogliamo ringraziare per la rapidità e chiarezza della risposta, ha anche puntualizzato che la gestione del sito UNESCO è affidata all’Ente Parco. Ciò non significa che sulle questioni relative alla promozione e valorizzazione del territorio il Parco non possa e non debba proficuamente interloquire e collaborare con altri attori istituzionali che hanno competenze specifiche, pur rimanendo il perno del sistema Etna”.
Quindi la presidente ha messo a conoscenza di tutti la risposta del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare alla “Richiesta di chiarimenti su alcune questioni riguardanti il sito Unesco Mount Etna poste sulla stampa locale, riguardanti presunte criticità che potrebbero comportare l’esclusione alla WHL” inviata dal Parco stesso.
Riportiamo il testo integrale di risposta della Divisione II della direzione generale del Ministero:
In riferimento alla nota, di codesto Parco, del 15 aprile u.s., e di eguale oggetto, si rappresenta quanto segue: da controlli effettuati da questi uffici si conferma che:
La gestione del sito Mount Etna è affidata all’Ente Parco gestore Monte Etna;
Al momento non risultano inadempienze da parte dei sito nei riguardi di raccomandazioni ricevute dal Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco tali da rappresentare criticità per quanto riguarda la gestione del sito o altre problematiche inerenti le aree del Parco Regionale dell’Etna riconosciute come sito del Patrimonio Mondiale;
Ad oggi non esiste alcun segnale che possa far ipotizzare una futura iscrizione del sito nella “Lista dei Patrimoni in pericolo”, fase preliminare per una eventuale procedura di cancellazione dalla Lista del Patrimonio Mondiale.
Firmato: il dirigente dott. Antonio Maturani.
La notizia chiara, ufficiale e inequivocabile che mette a tacere ogni urlo passato e futuro privo di fondamento è stata accolta molto bene da tutti, sindaci e altre personalità a vario titolo addette ai lavori. Agata Puglisi, dirigente del Parco e responsabile del gruppo Unesco, ha sottolineato “l’importanza che Regione e Stato aiutino il Parco con misure adeguate alla straordinarietà del valore che porta”.
Va segnalato l’intervento di Ignazio Puglisi, sindaco di Piedimonte Etneo, che complimentandosi con i tecnici e funzionari del Parco per il lavoro svolto, ha tuttavia posto l’accento sul “bisogno di rete per gli eventi etnei di richiamo turistico, che possano comparire su un sito unico e per questo occorre pensare a un comitato esterno al Parco, che coinvolga altri soggetti come l’Università”.
Ha replicato Nino Borzì, sindaco di Nicolosi, spiegando che “si dovrebbe invece chiedere i danni di immagine a chi ha infangato pubblicamente i meriti di questo territorio con dichiarazioni arbitrarie e infondate, e che i sindaci hanno mandato da parte degli elettori di questo territorio per amministrare e gestire casa propria: non ci faremo espropriare la nostra terra, ci organizzeremo come Consiglio del Parco per le risorse che verranno destinate al sito nella nuova programmazione europea, senza alcuna necessità di creare nuovi comitati o altri organismi”.
Per chiarezza, ancora una volta vogliamo ricordare che non tutta l’Etna è patrimonio Unesco, ma solo la zona A di riserva integrale del Parco dell’Etna, un’area originale di poco più di 19mila ettari in cui il principio portante è la tutela della natura.