È il primo passo per il recupero di una importante struttura per la fruizione
Il Parco dell’Etna ha acquisito, al prezzo convenuto per l’esproprio (circa 100mila euro), le “Case Caldarera”, in contrada Pirao a Randazzo, sul versante nord del vulcano. La somma per l’acquisizione rientra nel finanziamento di 1.073.456,40 euro, erogato, nell’ambito del P.O FESR 207-2013 (obiettivo operativo 3.2.1, “Rafforzare la valenza e l’identità naturalistica dei territori”), dal Dipartimento dell’Ambiente dell’Assessorato Regionale Territorio per acquisire, recuperare e restituire alla piena fruizione i fabbricati tradizionali e le aree di pertinenza della Case Caldarera.
E’ il primo, importante passo del progetto che porterà al recupero della struttura nel territorio di Randazzo, da adibire a Punto Base n. 9 del Parco per l’escursionismo montano. Va ricordato che i punti base nelle zone C sono costituiti da aree attrezzate finalizzate ad incrementare l’escursionismo e rendere, di conseguenza, più viva la fruizione del Parco.
Dice la presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia: “Auspichiamo una concreta sinergia con il comune di Randazzo per una valorizzazione e promozione unitaria delle Case Caldarera e del vicina Casermetta di Monte Spagnolo, attualmente chiusa, in modo tale da creare un importante polo unico di riferimento, che possa dare un forte impulso alla fruizione in quella parte del Parco”.
Il sindaco di Randazzo Michele Mangione guarda con grande interesse al rilancio delle Case Caldarera: “Si tratta di una struttura di valore strategico per il turismo naturalistico e la fruizione nella nostra zona. Non possiamo che auspicarne un ottimale recupero, certamente importante per la nostra comunità e per tutto il Parco dell’Etna”.
La struttura delle Case Caldarera, localizzata in una zona di pregio naturalistico e panoramico, è caratterizzata da un vecchio caseggiato ad «L», costituito da tre locali rustici, con un palmento che sta a testimoniare la tradizionale vocazione vitivinicola dell’area e uno spiazzo che divide il caseggiato dalla strada. In accordo con quanto previsto dalle indicazioni del Parco specificatamente per i punti base, l’edificio e le aree adiacenti prevederanno: un piccolo rifugio montano a limitata ricettività (8-10 posti letto), utilizzato anche come centro visitatori; un’area di parcheggio; aree attrezzate per pic-nic; spazi attrezzati per la sosta a servizio dell’escursionismo equestre.
Nel progetto di recupero, sono state considerate, già in fase di progettazione, le problematiche relative agli aspetti realizzativi e quelle legate alla gestione, per consentire, a intervento realizzato, sia la certificazione energetico-ambientale dell’edificio, sia il marchio Ecolabel, che certifica il ridotto impatto ambientale, per il servizio di ricettività turistica.
(4 settembre 2014)