La Strada del Vino promotrice dell’iniziativa, che ha raccolto il sostegno di cittadini, associazioni e operatori, aspettando i comuni
«Dobbiamo amare questa terra, e con l’App di segnalazione delle discariche abusive la Strada del vino sta lanciando un grande segnale in questa direzione. E non si tratta solo di un messaggio culturale, ma un qualcosa che riguarda anche i nostri sentimenti». Parla così il sindaco di Piedimone Etneo, Ignazio Puglisi, alla presentazione ufficiale dell’App “Etnambiente”, avvenuta sabato 30 giugno nella sede della Strada del Vino, nel piccolo comune del versante orientale, che permetterà di censire e bonificare le microdiscariche che deturpano il territorio dell’Etna, e non soltanto questo. Per il momento, l’App – nata da una idea della “Strada del Vino dell’Etna” e creata gratuitamente da “Aionlab” – sarà attiva solo a Piedimonte, ma l’ambizioso progetto mira all’estensione nel resto dei comuni del parco, che sono 20, sino ad includere i comuni limitrofi, a cominciare dai centri della Valle dell’Alcantara, intrinsecamente legati al territorio del vulcano Patrimonio dell’Umanità, che vivono anch’essi la drammatica realtà dei rifiuti che inquinano un contesto di rara bellezza.
Il Comune di Francavilla di Sicilia potrebbe essere il prossimo ad attivare l’applicazione, mentre sarebbero pronti a seguirlo a ruota Randazzo, Bronte e Maletto.
L’applicazione è attiva già da sabato (per adesso limitatamente alla tecnologia iPhone, ma presto verrà estesa al sistema Android) e consentirà a tutti di indicare alla Strada del Vino le discariche presenti nel territorio piedimontese; sarà poi la struttura ad assumere la titolarità della segnalazione – l’utente resterà dunque anonimo – attivando il Comune di Piedimonte per la bonifica dei luoghi, e Legambiente per la denuncia penale, che avverrà tramite l’ufficio legale dell’associazione, per perseguire gli “ecoreati”. Certo, senza una flagranza sarà quasi impossibile dare un volto e un nome ai responsabili, che rischiano una condanna penale. A qualcosa potrebbe giovare l’incentivo per gli utenti dell’App: con 5 segnalazioni risolte (ovvero discariche esistenti portate a bonifica) di cui una in flagranza di reato per cui procederà la Procura, verrà corrisposto un premio.
Come detto, si inizia con Piedimonte Etneo firmatario di un protocollo che, adesso, si mira ad estendere agli altri comuni del parco che, per aderire, dovranno assicurare la presenza di personale del servizio civile e di un referente, mentre sarà necessaria la collaborazione delle società che gestiscono il servizio rifiuti.
Come ha sottolineato il sindaco Puglisi, non si ha un aggravio nei costi dell’ente, in considerazione del fatto che, almeno a Piedimonte, la bonifica periodica delle aree comunali è già inclusa nel capitolato d’appalto.
Il progetto “Etnambiente” prevede anche l’iniziativa “Adotta una telcamera” che consentirà ai privati cittadini di installare sul balcone della propria abitazione una webcam puntata su un’area pubblica presa di mira dagli sporcaccioni che vi lasciano l’immondizia, e un’azione di educazione ambientale in tema di differenziata e corretto smaltimento di rifiuti da avviare da settembre nelle scuole.
Christian Liistro, direttore del marketing per un’azienda vinicola e responsabile del progetto “Etnambiente”, sottolina che l’App «nasce da una presa di coscienza sorta dalla frequente domanda di turisti in visita a cantine e vigneti: perché il territorio dell’Etna che è patrimonio Unesco è così sporco? Da qui – ha proseguito Liistro – l’idea di mettere insieme un po’ tutti, comuni, aziende, cittadini, associazioni, per cercare di risolvere il problema. E grande è stata l’adesione perché se c’è una parte di cittadini che sporca, ce n’è un’altra, magari stanca per un problema che sembra irrisolvibile, che vuol dare una mano per vincere questa battaglia di civiltà».
In seguito hanno preso la parola alcuni dei rappresentanti degli organismi firmatari del protocollo di “Etnambiente”, che sono WWF, AIGAE, CAI di Piedimonte, Terre di Biosfera, Parco dell’Alcantara, Parco dell’Etna, Lions, Legambiente, Consorzio della Ciliegia, Consorzio Etna DOC, Consorzio EtnaRe.
Insomma, adesso uno strumento per vincere la questione delle questioni del Parco dell’Etna c’è: a cittadini, comuni, associazioni e organismi vari, il compito di farne un utilizzo vincente.