Vi presentiamo il Riccio comune Erinaceus europoeus (Linneo, 1758), nel nostro dialetto “‘u rizzu” e in Inglese “Hedgehog”= maialino di siepe. E’ una sorta di fossile “vivente”, un piccolo mammifero che è rimasto quasi immutato dalla fine del Cretaceo (circa 60 milioni di anni fa), sempre più protetto da fitti e piccoli aculei avorio e marrone, pronto ad avvolgersi a palla in caso di pericolo. Esistono molte sottospecie di Riccio in Europa con variabilità geografica; in Sicilia e in Sardegna il musetto appuntito è biancastro, mentre nell’Italia peninsulare è bruno/rossiccio; quasi tutta la testa e le parti inferiori sono chiare e rivestite da morbidi peli; la lunghezza, compresa la piccola coda, è di 25-27 cm.
Nicolosi. Riccio, foto © Grazia Muscianisi di Pro Natura Catania e Ragusa
Vive tra arbusti e macchie d’alberi al limite dei boschi; attivo soprattutto nel crepuscolo e di notte alla ricerca di topi, lucertole e insetti, aiutato da olfatto e udito molto sensibili; va in letargo d’inverno. Il nido è fatto di muschio, erbe e foglie; il numero dei piccoli varia da 1 a 9, già ricoperti da aculei morbidi, ma protetti da una membrana al momento del parto per non ferire la madre. Il verso è forte, sibilante, con un kri ripetuto e lamentoso; quando cerca il cibo il Riccio soffia e sbuffa.