Accordo su coordinamento unico e struttura al Rifugio Sapienza. Non convincono gli “otto posti di bocco” per fermare le visite alle eruzioni
È stato firmato a Nicolosi, presso l’Aula consiliare “Unità d’Italia”, il protocollo d’intesa “Rischio Vulcanico Etna Sud” fra i Comuni di Adrano, Belpasso, Biancavilla, Nicolosi, Ragalna e Zafferana Etnea (i cui territori raggiungono la vetta dell’Etna) e il Dipartimento Regionale della Protezione Civile (deputato al coordinamento della gestione dell’emergenza in caso di eruzione) che prevede, in caso di un evento eruttivo, un coordinamento fra i comuni per la gestione dell’emergenza. Gli enti, per la prima volta, decidono anche di condividere uomini e mezzi.
Istituito, contestualmente, anche il Centro Operativo Rischio Vulcanico Etna Sud (Corves), che costituirà il punto di riferimento operativo per le attività di protezione civile e che avrà sede nel piazzale Rifugio Sapienza, presso Centro servizi di Nicolosi. L’obiettivo è quello di migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema di Protezione Civile tra i Comuni ricadenti nel versante Etna-Sud. Hanno sottoscritto l’accordo i sindaci dei sei comuni e il capo della Protezione Civile Siciliana Calogero Foti.
Il protocollo prevede anche un “piano dei cancelli”, ovvero l’istituzione di otto posti di blocco a cura delle forze dell’ordine per fermare o limitare il passaggio ai visitatori in caso di allerta. Un punto che deve essere meglio chiarito per non mortificare ulteriormente gli appassionati a cui, di fatto, le eruzioni sono impedite. Etnalife aderisce al Comitato “Etnalibera” che chiede l’apertura della vetta, attualmente inaccessibile al libero escursionismo (ma solo con guide autorizzate), e la libera fruizione degli eventi eruttivi così come sempre avvenuto nel corso dei secoli, facendo venire meno assurde limitazioni che vietano la fruizione della natura e dei suoi affascinanti fenomeni. Come Etnalife salutiamo con favore la firma del protocollo (auspicando che sia un primo passo verso la “liberalizzazione della vetta”) che restituisce ai sindaci, e dunque ai territori, competenze di protezione civile, sottraendole ai “burocrati”. Tuttavia sono molti i punti da chiarire, a cominciare proprio dal piano cancelli.