Presentata a Roma da Marisa Mazzaglia la candidatura unica dell’area jonica-etnea per il “Uomo e biosfera insieme, tutela e promozione ecosostenibile delle risorse naturali”
È stata presentata ufficialmente a Roma, al Ministero dell’Ambiente, dalla presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia, in occasione della prima riunione del Comitato Nazionale del Programma Mab Unesco, la candidatura per la Riserva della Biosfera Unesco, che riunisce Parco dell’Etna, Taormina-Naxos e le Valli d’Alcantara e d’Agrò.
Tra i punti all’ordine del giorno del Comitato Mab Unesco, ricostituito di recente, con il compito di gestire e attuare il programma, in collaborazione e collegamento con gli enti coinvolti nel territorio, anche le nuove proposte di inserimento nella Rete Globale delle Riserve della Biosfera per il ciclo 2016-2017, stato dell’arte e iniziative di coinvolgimento degli enti territoriali. Insieme alla candidatura siciliana è stata presentata quella del Parco di Tepilora e territori del Rio Posada e Montalbo in Sardegna.
Dunque un comune percorso di valorizzazione e promozione del territorio, sotto l’egida Unesco, con il coinvolgimento pieno delle comunità locali, per l’Etna Patrimonio dell’Umanità, la “Perla dello Jonio”, Taormina, e le valli di fiumi Acantara e d’Agrò, che cingono il vulcano, che potrebbero rientrare nel programma MaB, Man and Biosphere, Uomo e biosfera insieme, tutela e promozione ecosostenibile delle risorse naturali.
Tra le “raccomandazioni” del Comitato Mondiale Unesco insieme alla dichiarazione di iscrizione del Mount Etna nella World Heritage List il 21 giugno 2013, c’era proprio l’avvio di un percorso per una Riserva della Biosfera.
Come spiega il sito internet Unesco, “il Programma MAB (Man and the Biosphere) è stato avviato negli anni ’70 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity-building. Il programma ha portato al riconoscimento, da parte dell’UNESCO, delle Riserve della Biosfera , aree marine e/o terrestri che gli Stati membri s’impegnano a gestire nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, nel pieno coinvolgimento delle comunità locali. Scopo della proclamazione delle Riserve è promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, creare siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l’educazione ambientale, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate di sviluppo e pianificazione territoriale”.
(11 giugno 2016)