Ci sono chistiani che non riescono a essere se stessi. Possono campare una vita intera e alla fine morirci dentro, ma se ne andranno col volto dipinto d’incredulità, per qualcosa che anche alla fine non sono riusciti a prendere. Se stessi, appunto.
Ci sono poi altri chistiani che sanno guardare, cioè sanno dove mettere gli occhi, riuscendo a capire quello che solo gli occhi leggono. Senza aver bisogno di altro, né di parole né di fatti. Sono questi i chistiani che non sanno cambiare idea, i testardi radicali, forse rimasti bambini col bianco originale dentro. Questi sono capaci di individuare in fondo agli occhi la luce riflessa di quegli altri chistiani che non riescono a essere se stessi. E non ci sarà verso di fargli cambiare opinione. Mai. Anche se i fatti saranno contrari, anche se le parole ascoltate definiranno l’opposto.
Come se a questo mondo ci fossero due cieli sopra la stessa terra: quello in cui passano le nuvole e il tempo, e un altro dove è tutto così come in un attimo qualsiasi del passato, o del futuro, e l’azzurro ospiti qualcosa d’indefinibilmente bello e seducente, come il disegno immaginato di un bambino nascosto.
Quassù a me pare di vederli entrambi.