L’aethina tumida, il coleottero nocivo per gli alverari, non è presente. Entro l’anno l’eliminazione della zona di protezione nel siracusano
Incontro ieri sera a Zafferana Etnea fra la Commissione Salute Animale dell’Unione Europea e gli apicoltori locali. Presenti, fra gli altri, nella Sala Consiliare i componenti della Commissione, presieduta dal francese Benoit Sauveroche, il presidente dell’Associazione Provinciale Apicoltori, Fabio Marino, il dirigente del servizio veterinario dell’Asp di Catania, Antonino Salina, i direttori dei servizi Francesco La Mancusa, Antonio Giuliano ed Emanuele Farruggia nonché il dirigente dell’Unità Operativa di Acireale, Marcello Grasso ed i veterinari specialisti Lucio Consoli e Rosa Garozzo.
A fare gli onori di casa è stato il Vicesindaco di Zafferana Etnea, Giovanni Di Prima. La Commissione UE ha posto alcuni quesiti agli apicoltori per valutare le modalità con cui è stata gestita la banca dati apistica e, nello specifico, in riferimento alle problematiche riguardanti l’aethina tumida, il piccolo coleottero dell’alveare responsabile di interferenze nella produzione del miele. Rilevati, in tal senso, i danni economici arrecati al settore per l’impossibilità di movimentare le api sul territorio o vendere le api regina. La buona notizia, adesso, consiste nel fatto che, visto l’esito negativo dei controlli, si auspica che alla scadenza del periodo individuato per il monitoraggio, dal novembre 2016, dovrebbe essere eliminata la zona di protezione che interessa i comuni dell’area siracusana (Melilli, Augusta, Lentini, Carlentini, Sortino) con positive ricadute sull’intero comparto apicolo siciliano, Zafferana compresa.
Inoltre, in un documento presentato ieri sera alla Commissione UE dall’Associazione Provinciale Apicoltori Catanese chieste anche la calendarizzazione di visite periodiche e programmate agli apiari; l’implementazione delle funzioni della Banca Dati Apistica Nazionale attraverso cui è possibile tracciare tutte le fasi dell’attività di apicoltura; la promozione e diffusione del Manuale della buona prassi apistica; la messa in atto di strategie di contrasto ai furti di alveari attraverso forme di incentivazione all’acquisto di impianti antifurto o allo sviluppo della tecnologia legata all’identificazione elettronica degli alveari.